Roma, 18/10/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Biometano, Romania: poste le basi per il suo primo impianto, da 15 MW

11Romania Biometano
Home > News > Biomasse > Biometano, Romania: poste le basi per il suo primo impianto, da 15 MW

Dal sodalizio tra BSOG e DN Agrar, in Romania sorgerà il primo impianto nazionale del biometano, con una capacità di 15 Megawatt (MW).

Novità biometano in Romania

La Black Sea Oil & Gas (BSOG) e l’azienda zootecnica DN Agrar hanno siglato un accordo da 30 mln di Euro per sviluppare il primo impianto di biometano della Romania, da 15 Megawatt (MW). Il sito dovrebbe operare a piena capacità dal 2027. Lo ha riportato la Reuters, che ha riferito come la misura contribuirebbe a diminuire il ricorso alla lignite, in linea con gli obiettivi sulla decarbonizzazione.

Il biometano è un gas combustibile derivato dal biogas, ossia il prodotto della fermentazione batterica in anaerobiosi (assenza di ossigeno) di residui organici. A sua volta, tramite una procedura di purificazione, si rimuove successivamente l’anidride carbonica (CO₂) presente, costituendosi così il biometano.

Dal punto di vista chimico, la miscela non differisce dal gas naturale e può dunque servirsi dei gasdotti esistenti per essere trasportato. Un vantaggio rilevante, considerando i costi e gli oneri logistici connessi all’infrastrutturazione di settore.

Scelte di transizione

Dal punto di vista normativo, per altro, l’Unione Europea ha qualificato il biometano come una ‘fonte rinnovabile’. Sia gli Stati che le aziende, dunque, possono considerarlo alla stregua dell’eolico e solare. Di qui, anche la possibilità di rimodulare il mix energetico in funzione degli incentivi al settore privato o delle proprie caratteristiche morfologiche.

Specificatamente tra le rinnovabili – al 2022 – il 25,6% dell’elettricità della Romania derivava dall’idroelettrico, l’1,2% dai biocarburanti, il 12,5% dall’eolico e il 3,6% dal solare (dati IEA). Al netto della centralità del fossile, i margini dei nuovi mercati parrebbero affidabili. Un ragionamento simile devono averlo fatto le stesse BSOG e DN Agrar, nevralgiche nell’economia romena.

L’idea di base è quella di intervenire in modo virtuoso dal punto di vista energetico, riducendo di oltre il 90% CO₂ le emissioni. Peter de Boer, manager e responsabile delle relazioni con gli invesitori di DN Agrar, in particolare, ha posto l’accento sulla promozione di un diverso modello di agricoltura, per l’appunto sostenibile.

L’impegno complessivo – i cui ricavi stimati da BSOG sarebbero tra 3 e 3,5 mln di Euro – legittimerebbe tutto un sistema di indotto collegato. In questo modo, si creereanno posti lavoro, potenzialmente attraendo nuovi investitori esteri. Si tratterà anche di valorizzare nuove catene energetiche del valore, di cui la stessa Romania promuoverebbe la crescente integrazione con il resto dell’Europa.

Articoli correlati