Gli Stati Uniti si apprestano a trarre vantaggio dalla crescente domanda di biocarburanti. Secondo l’ultimo rapporto Rystad Energy, la produzione di SAF e diesel rinnovabile raggiungerà 1,3 milioni di boep (barili equivalenti di petrolio) al giorno nel 2035, il40% della produzione globale totale. La ricerca analizza in particolare la produzione di etanolo, diesel e biocarburanti avanzati, prevedendo il dominio assoluto degli USA, seguiti subito dopo daEuropa e Brasile.
C’è da aspettarsi una nuova impennata nell’industria dei biocarburanti negli Stati Uniti. A dirlo è l’ultima ricerca di Rystad Energy, che evidenzia come il settore sia cresciuto enormemente negli ultimi anni, prevedendo che la produzione di biocarburanti negli Stati Uniti aumenterà di circa il 53% entro la metà del prossimo decennio, passando da 850.000 barili di petrolio equivalente al giorno (boepd) nel 2023, a circa 1,3 milioni di boepd nel 2035. Secondo i dati forniti dalla Società di consulenza, la produzione nazionale supererà 1 milione di boep al giorno già nel 2026.
L’influenza sul mercato dei biocarburanti avanzati
I biocarburanti avanzati come il diesel rinnovabile e i SAF non possono non essere considerati fattori chiave per il futuro andamento del mercato energetico. La produzione di diesel rinnovabile, ad esempio, ha registrato un incremento notevole dal 2020 ad oggi, passando da 25.000 barili al giorno (bpd) a 220.000 bpd previsti entro la fine dell’anno.Una crescita che sembra destinata a continuare soprattutto negli USA, dove in alcuni mesi del 2023 il consumo ha superato i 200.000 barili giornalieri.
SAF
Ampiamente considerate una componente fondamentale della transizione energetica, le alternative vegetali ai carburanti tradizionali come benzina e diesel potrebbero svolgere un ruolo fondamentale nel limitare le emissioni dei veicoli stradali, del trasporto marittimo e dell’aviazione. I SAF, seppur molto simili ai carburanti convenzionali, sono prodotti utilizzando materie prime di origine vegetale come grassi, oli e rifiuti agricoli e urbani, caratteristica che gli consentirebbe di ridurre significativamente l’impatto delle emissioni, soprattutto nel settore aeronautico.
La produzione USA
La ricerca analizza in particolare la produzione di etanolo, diesel e biocarburanti avanzati negli USA al 2035, prevedendo il dominio assoluto dell’America in questo settore, seguita subito dopo da Europa e Brasile. Più nel dettaglio si parla di circa 1,3 milioni di boepd di biocarburanti prodotti negli Stati Uniti nel 2035, il 40% della produzione globale totale. Di questi, i combustibili avanzati rappresenteranno circa il 50% della produzione nazionale. Per quel che concerne l’Europa, si prevede che produrrà circa 580.000 boepd nel 2035, mentre la produzione del Brasile raggiungerà i 510.000 boepd.
Gli scenari delineati da Rystad Energy
Rystad precisa che gli scenari descritti nel rapporto si basano su aspettative basilari, legate ai progressi tecnologici, alla maggiore diffusione di veicoli elettrici (EV) e alla disponibilità di materie prime per biocarburanti, presupponendo che il sostegno politico esistente rimanga in vigore. Le due ipotesi prevalenti potrebbero essere le seguenti:
- Rapidi progressi tecnologici, adozione più lenta dei veicoli elettrici, politica favorevole ai biocarburanti e ampia disponibilità di materie prime.
- Rallentamento dello sviluppo tecnologico, adozione più rapida dei veicoli elettrici, inversione del sostegno della politica sui biocarburanti e sfide nell’approvvigionamento di materie prime.
La disponibilità di materie prime
Uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo e alla diffusione del diesel rinnovabile è la disponibilità di materie prime, principalmente la soia. Oggi il consumo di olio di soia per la produzione di biocarburanti è raddoppiato, passando da circa 272 milioni di tonnellate al mese nel 2017-2019, all’incredibile cifra di circa 589 milioni di tonnellate nella seconda metà del 2023. Secondo le stime, nel 2024, la produzione di biocarburanti rappresenterà oltre il 50% del consumo totale di olio di soia negli USA. Intanto, cresce la concorrenza dell’olio di colza e di mais, ma fare affidamento su queste materie prime di prima generazione potrebbe altamente limitare il potenziale di crescita del mercato.