Dalla corsa all’energia per i data center al rischio di una malattia X, dal paradigma delle città “spugna” alle generazioni child-free, il rapporto annuale dell’Iif analizza le tendenze globali con cui dovremo fare i conti.
La domanda di energia dei data center
Nel 2030 la domanda di energia dei data center, essenziali per il funzionamento delle intelligenze artificiali (AI), potrebbe raddoppiare. Di fronte a significativi costi economici ed ambientali, “sarebbe auspicabile che l’industria si concentrasse non solo sull’ottimizzazione delle soluzioni hardware e software, ma anche sulla necessità effettiva di utilizzare l’AI, in situazioni in cui i vantaggi non sempre superano i relativi costi”. È quanto emerge dal rapporto “Emerging long megatrends 2025 ”, presentato il 15 gennaio dall’Italian institute for the future, che analizza dieci megatrend di lungo periodo.
Tra questi c’è il fenomeno di data center sempre più energivori: attualmente consumano il 3% dell’energia globale ed emettono la stessa quantità di CO2 del Brasile. Per soddisfare la domanda futura, le grandi aziende tecnologiche stanno costruendo parchi solari ed eolici e stanno investendo in fonti energetiche come il gas naturale e gli small modular reactor, reattori nucleari con dimensioni e potenza ridotti.
Lo sviluppo tecnologico richiede inoltre l’utilizzo di materie critiche come il litio, il nichel e il cobalto, le cui riserve sono concentrate in pochi Paesi, in particolare in Cina, e la cui estrazione ha profonde conseguenze ambientali. Per questo motivo si sta cercando di diversificare la tecnologia e trovare delle alternative più sostenibili: le batterie agli ioni di sodio, al litio-zolfo o a ferro-aria sono alcune tra le opzioni più promettenti per sostituire le tradizionali batterie al litio. Tuttavia, come sottolinea il Rapporto, attualmente queste soluzioni richiedono una maggior quantità di materie prime per garantire una capacità di stoccaggio equivalente alle batterie al litio che probabilmente continueranno quindi a dominare il mercato.
Un altro sviluppo interessante da monitorare è l’autoapprendimento dei robot: sfruttando i progressi dell’AI si potrebbe arrivare a macchine in grado di svolgere una vasta gamma di compiti e poi generare automaticamente nuovi dati di addestramento per migliorare le proprie tecniche. Ma il Rapporto sottolinea che, come ogni modello, i modelli linguistici di grandi dimensioni (Llm) producono errori. Per questo i ricercatori sottolineano l’importanza di utilizzare dati originali, creati dagli esseri umani per addestrare i modelli.
Il dominio di SpaceX
In ambito di sviluppo e innovazione spaziale il report nota il dominio di SpaceX nel mercato dei lanci commerciali: l’azienda fondata da Elon Musk ha acquisito oltre il 70% della quota di mercato, penetrando anche il settore governativo grazie a contratti strategici con la Nasa e il Dipartimento della Difesa. Space X punta a ridurre i costi di accesso allo spazio e rendere possibile l’insediamento umano su Marte, e sta cercando anche di rivoluzionare il settore delle telecomunicazioni attraverso Starlink, una rete di satelliti in grado di fornire internet a banda larga in tutto il mondo. In futuro Space X dovrà competere ancora con attori competitivi come Blue Origin, fondata da Jeff Bezos, Boeing, la Roscosmos russa, l’Arianespace europea e il Cnsa cinese, ma con l’amministrazione Trump, e il nuovo ruolo di Elon Musk, per la compagnia potrebbero aprirsi prospettive assai favorevoli.
Diagnosi più accurate in campo medico
Il Rapporto approfondisce anche alcuni scenari legati alla nostra salute. Negli ultimi trent’anni, ad esempio, l’incidenza dei tumori tra le persone con meno di 50 anni è cresciuta di quasi l’80% a livello globale, in particolare tra le generazioni più giovani (30-39 anni). Questo aumento richiede un ripensamento delle strategie di prevenzione e cura e una maggiore consapevolezza, anche per ridurre le conseguenze sociali ed economiche che questa malattia porta con sé, come la gestione della vita lavorativa o l’impatto sulla fertilità. Ci sono delle buone notizie: grazie ai progressi scientifici e tecnologici oggi è possibile effettuare diagnosi più accurate e precoci, identificando il tipo di tumore e utilizzando, quando disponibili, terapie più personalizzate.
Nuove pandemie
Rimane alto il rischio di una nuova pandemia causata da una “malattia X”. Per monitorare la situazione, nel 2024 l’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato una lista di 32 agenti patogeni a rischio (nel 2018 erano dieci), tra cui i coronavirus e i virus dell’influenza A. La probabilità che si verifichi una pandemia con un impatto simile a quella di Covid è di circa 1 su 50, anche se le probabilità aumentano a causa del degrado ambientale. Nel mondo sono nate diverse iniziative per mitigare questo rischio, anche se sono stati fatti pochi progressi nel rafforzamento delle strutture sanitarie.
Il declino della democrazia
A livello istituzionale, il documento sottolinea il costante declino della governance democratica, visibili soprattutto nei Paesi dell’Europa orientale e dell’ex Unione sovietica. I sistemi democratici fanno sempre più fatica a generare consenso e a esercitare un’egemonia efficace a causa di fattori sociali e politici, come le disuguaglianze economiche, le conseguenze della crisi finanziaria e della pandemia, la crescita della sfiducia nelle istituzioni e della polarizzazione. È aumentata la disaffezione verso la politica e l’erosione delle libertà civili, spesso giustificata come “necessità di garantire sicurezza, stabilità e ‘governabilità’, si legge nel Rapporto.
Il fenomeno child-free
Un altro cambiamento significativo osservato dal Rapporto è la diffusione del fenomeno child-free, ovvero delle persone in età genitoriale (25-34 anni) che dichiara di non desiderare figli. Oltre alle difficoltà economiche e ai timori per i cambiamenti climatici, dietro questa scelta c’è una rivendicazione culturale e identitaria alla non-genitorialità e allo stereotipo per cui l’identità di una donna debba coincidere con il ruolo di madre. Dalla Corea del Sud alla Francia, 55 Paesi hanno adottato politiche per favorire le nascite che ad oggi non si sono rivelate efficaci.
I cambiamenti economici, culturali e sociali stanno trasformando anche il modo in cui le persone vedono il lavoro e la crescente importanza del welfare aziendale, ovvero le prestazioni e i servizi mirati a favorire il benessere dei lavoratori nella sfera professionale e privata. Questi servizi diventeranno sempre più importanti man mano che le persone più giovani, maggiormente sensibili a questi temi, entreranno nel mondo del lavoro. Per riuscire ad attrarre nuovi talenti e rimanere competitive, le imprese dovranno includere piano di welfare aziendali nelle proprie offerte di lavoro.
Città spugna
Anche le nostre città stanno cambiando nel tentativo di affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici. Uno dei modelli che alcuni Paesi stanno sperimentando è quello delle “città spugna”, in cui attraverso la creazione di infrastrutture verdi (parchi, canali) e la sostituzione delle superfici impermeabili con terreni drenanti si riescono a gestire le conseguenze delle forti piogge e ridurre gli effetti delle isole di calore. La Cina è tra i Paesi più all’avanguardia in questo ambito, con l’attivazione di decine di progetti pilota, ma anche l’Unione europea ha iniziato a investire maggiormente in queste soluzioni, fondamentali in un mondo in cui sempre più persone si trasferiscono in città.