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Parma 2030, Borghi “CER ed efficientamento, ma non c’è sinergia con il Governo”. La video intervista

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Parma ha iniziato il proprio cammino verso la sostenibilità già da diversi anni. L’accordo che ha dato vita all’Alleanza Territoriale Carbon Neutrality Parma, ad esempio, risale al Dicembre 2020. Di cosa si tratta?

Sì, l’amministrazione comunale di Parma è stata parte di quel percorso, che ha avuto ed ha una dimensione provinciale, e che è stato volto a mettere in rete imprese, istituzioni, Università, Cnr, e ovviamente le amministrazioni comunali. Da lì è nata nel passato mandato amministrativo, ricordo che a Parma abbiamo avuto il rinnovo nel 2022 con l’elezione del sindaco Michele Guerra, ma già da prima nel 2021, Parma ha avanzato alla Commissione, la propria candidatura ad essere parte del progetto Net Zero Cities che ha coinvolto ad oggi all’incirca cento città europee, nove città italiane.

Si è trattato di una scommessa che abbiamo (la precedente amministrazione per meglio dire) voluto cogliere sulla base di alcuni fattori sui quali già c’erano state innovazioni significative. Penso al risparmio energetico nelle scuole, o a innovazioni significative nella illuminazione pubblica, elementi che hanno supportato la candidatura.

Il Climate City Contract

Candidatura che poi è stata, assieme a quella di altre otto città italiane, ammessa dalla Commissione e lo scorso marzo, quindi circa sei mesi fa, Parma è stata la prima città ad ottenere, assieme a Firenze, in Italia, la label della Commissione per i contenuti del contratto climatico di città. Un vero e proprio contratto così come richiesto dai disciplinari della Commissione, che abbiamo redatto all’inizio di questo nostro mandato amministrativo, quindi due anni fa.

Un contratto climatico di città ambizioso, che ha visto necessariamente la revisione del Piano energetico comunale che, approvato anni prima, non aveva un obiettivo così sfidante. Questo è un obiettivo davvero fuori dall’ordinario, che cercheremo di raggiungere, così come richiesto dalla Missione 2030, ossia ottenere la neutralità nelle emissioni al 2030.

Una rete di Istituzioni e Aziende

Ovviamente per fare questo sono previste azioni di risparmio, di innovazione, di efficientamento, di produzione di energie rinnovabili in diversi settori, ma il contratto climatico vede un valore aggiunto, richiesto per altro dalla Commissione, con la partecipazione non soltanto delle Istituzioni, scientifichee non, Università di Parma, CNR, ma anche e soprattutto del sistema delle imprese.

Parma evidentemente non può prescindere dalla consapevolezza che anche solo attraverso questo contributo, il contributo di tutte le filiere produttive, penso in particolare a quella agroalimentare, a quella chimica o farmaceutica così forte nella nostra città, potrà consentire il raggiungimento di questo obiettivo.

Per questo sono stati circa 50 i sottoscrittori del Climate City Contract nel settembre del 2023.

Tutte le più significative imprese del territorio, Chiesi, Davines, Barilla, le aziende partecipate, l’Azienda sanitaria, l’Università di Parma, e appunto Associazioni di categoria, penso all’associazione di categoria degli agricoltori Confagricoltura, che è parte di questo percorso, e altre sigle, si stanno aggiungendo perché abbiamo ottenuto dalla Commissione la possibilità di andare ad un continuo aggiornamento delle disponibilità di soggetti di impresa.

Oltre a queste, indispensabili le partecipate, le aziende pubbliche. Ho già citato l’Azienda sanitaria locale e l’Azienda ospedaliera, ma anche e soprattutto la multiutility che gestisce il riciclo dei rifiuti della nostra città.

In questo contesto si inserisce “Parma 2030 per la neutralità climatica”, parte di un progetto più ampio, ossia la “Missione europea 100 città intelligenti e climaticamente neutrali”. Quali sono le altre città italiane coinvolte?

Sono Torino, Milano, Padova, Bergamo, Parma, Bologna, Firenze, Prato e Roma.

Quello che è accaduto in questi due anni ci ha messo in rete ancora più intensamente a livello politico, a livello tecnico, a livello anche amministrativo.

Il percorso inedito di Parma 2030

Stiamo condividendo un percorso inedito che ci sta facendo cambiare internamente.
Uno dei punti, che penso siano stati valutati positivamente dalla Commissione, è stato anche una sorta di riorganizzazione dal punto di vista amministrativo della nostra Giunta, ovvero la definizione di modalità di integrazione fra settori, fra politiche, fra programmazione, che tenendosi assieme renderanno meno complesso raggiungere questo obiettivo. Quindi una sinergia che, come spesso accade partecipando a progetti europei, in questo caso una Missione, modifica in meglio le attitudini e le potenzialità delle nostre amministrazioni.

La sinergia con il precedente Governo

C’era, devo dirlo, una sinergia molto significativa con il precedente Governo, con il ministro Giovannini che aveva la delega all’innovazione e alla transizione ecologica. Abbiamo difficoltà in questo momento nel riprendere un percorso di reciprocità, di relazione positiva alta con il nostro Governo. Spero che questo potrà accadere. Certo, ormai sono passati due anni e a noi un poco manca questo riferimento.

Che cos’è il gemello digitale

Detto questo, penso che l’esperienza di questa nuova città stia servendo anche ad altre città. Probabilmente ci sono città italiane che hanno un grado di innovazione ancora maggiore rispetto a quello che noi stiamo cercando di perseguire, ma che non fanno parte di questa Missione. Detto questo stiamo lavorando, in sede ANCI, e in sedi regionali, con Bologna e la Regione Emilia Romagna ad esempio, all’implementazione di possibilità date dal gemello digitale, che a Bologna sta gestendo Cineca . Il gemello digitale, ovvero, la possibilità di utilizzare simulazioni in ambito, in particolare, mobilità, trasporti, e urbanizzazione per riuscire a prevedere meglio gli effetti delle nostre scelte, delle nostre politiche.

Installazione di nuovi pannelli solari

Per quanto riguarda Parma, ho parlato dell’adeguamento del Piano Energetico Comunale (PAESC), che prevede al 2030 una riduzione di emissione di CO₂ dell’85%, e per il restante 15% fissazione di CO₂ attraverso piantumazione, forestazione. Parma ha un enorme territorio, 260 km², e da questo punto di vista ci sono già iniziative, benefit imprenditoriali, che stanno lavorando anche su questo. Abbiamo fatto una verifica del potenziale di produzione di energia solare a terra e in quota, attraverso l’uso di droni sulla base di una elaborazione che abbiamo affidato con bando pubblico. In questo modo abbiamo potuto comprendere l’esatta potenzialità dell’installazione di pannelli, sui tetti o in agrivoltaico, ma anche attraverso l’implementazione di tutti i nostri parcheggi pubblici.

La gestione del patrimonio immobiliare

Stiamo oggi lavorando a procedure d’evidenza pubblica per la gestione del patrimonio immobiliare della nostra amministrazione che evidentemente deve fare un salto, passare da global per la manutenzione classici, a global che debbano consentire l’attivazione di performance assolutamente diverse. Abbiamo individuato, anche in questo caso, attraverso l’evidenza pubblica, un partner finanziario di Parma 2030. Abbiamo cioè chiesto ad Istituti di credito presenti sul territorio, la disponibilità ad essere soggetti attivi nell’incentivare, anche attraverso strumenti finanziari con particolari convenienze per imprese e privati, appunto, l’efficientamento energetico.

La nuova CER Parma 2030

Promossa dal Comune, dal CNR, dall’Università di Parma e da AUSL Parma con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica al 2030, la C.E.R. Parma 2030 si svilupperà su tutto il territorio comunale. Si tratta però di una Comunità energetica sui generis. É stata, infatti, costituita sotto forma di Fondazione di Partecipazione. Come mai? Che cosa cambia sul piano pratico?

Abbiamo costituito questa Fondazione di Partecipazione, uno strumento giuridico di riferimento per tutte le configurazioni energetiche di cui i Soci faranno parte. Molto sinteticamente la Fondazione prevede Soci fondatori e promotori […]

Sempre rispetto a questa dimensione di cittadinanza attiva, andremo alla costituzione di un’ Assemblea per il Clima (lo hanno fatto altre città prima di noi), che privilegerà la presenza, in particolare di giovani, ma non solo […].

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