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Gas, Trump e Putin spingono per la riattivazione del Nord Stream: quale sarà il futuro energetico dell’Europa?

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Nelle trattative di Trump e Putin rientra anche la riapertura del gasdotto Nord Stream, l’infrastruttura energetica che prima della guerra forniva il 40% delle importazioni di gas all’Europa. La riattivazione del gasdotto potrebbe segnare per l’Unione un ritorno alla dipendenza da Mosca. Quale futuro per il mix energetico del vecchio continente?

Nord Stream, le ricadute geopolitiche

ll gasdotto Nord Stream potrebbe presto tornare operativo. Washington e Mosca hanno infatti riaperto le trattative per ripristinare l’infrastruttura energetica che, prima di essere danneggiata durante il conflitto russo-ucraino e chiusa definitivamente nel 2022, trasportava gas dalla Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico.

La prospettiva di un cessate il fuoco in Ucraina ha riacceso il dibattito sulla riattivazione dei gasdotti, una scelta che avrebbe un impatto immediato sull’Europa, riportandola ad approvigionarsi con gas russo. Questo segnerebbe un’inversione di rotta rispetto alla strategia dell’Unione Europea, che negli ultimi anni ha puntato sulla diversificazione delle fonti e sulla riduzione della dipendenza energetica da Mosca.

“Sarebbe interessante vedere se gli americani useranno la loro influenza per costringere l’Europa a non rifiutare il gas russo”, ha dichiarato il Ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov.

Dipendenza dal gas russo e risoluzione del conflitto

Il gas e il petrolio russi restano dunque al centro delle dinamiche geopolitiche e della possibile risoluzione del conflitto in Ucraina. Le esportazioni di combustibili fossili rappresentano infatti una risorsa cruciale per finanziare l’economia di guerra di Putin.

Prima dell’invasione su larga scala dell’Ucraina, la Russia forniva il 40% delle importazioni di gas dell’Unione Europea, esercitando una forte influenza sulle forniture energetiche del blocco. Da allora, l’UE ha ridotto questa dipendenza di circa due terzi, con l’obiettivo dichiarato di azzerarla nei prossimi anni.

Ora, però, la ripresa delle forniture attraverso Nord Stream potrebbe cambiare le carte in tavola.

La posizione dell’Europa: Berlino e Bruxelles resistono

Finora, la Germania ha respinto l’ipotesi di riattivare il gasdotto. “Parlare del potenziale di Nord Stream 2 è completamente sbagliato”, ha affermato il ministro uscente dell’Economia tedesco, Robert Habeck, la scorsa settimana a Bruxelles.

Anche l’Unione Europea ha ribadito il suo impegno a eliminare progressivamente le importazioni di combustibili fossili russi entro il 2027. Il Commissario europeo per l’Energia, Dan Jørgensen, ha confermato che “non c’è alcun cambiamento nella politica dell’UE verso la Russia in materia di energia. Vogliamo essere indipendenti dalle importazioni energetiche russe.”

Tuttavia, alcune forze politiche in Germania stanno valutando un cambio di rotta, suggerendo che una volta raggiunta la pace in Ucraina, il gas russo potrebbe tornare a far parte del mix energetico europeo.

Ostacoli tecnici e legali alla riattivazione di Nord Stream

Oltre agli aspetti politici, la riattivazione dei gasdotti Nord Stream presenta numerose difficoltà tecniche e legali.

Attualmente, solo uno dei quattro gasdotti è rimasto intatto. Gli altri tre, danneggiati dalle esplosioni del 2022, dovrebbero essere riparati prima di poter essere riattivati, un processo che richiederebbe ingenti investimenti e tempo.

Sul piano legale, la questione è altrettanto complessa. Nord Stream 2 AG, la società che gestisce il secondo gasdotto e controllata dal colosso russo Gazprom, ha tempo fino al 9 maggio per ripagare i suoi debiti, pena il rischio di bancarotta.

Una possibile soluzione potrebbe essere l’acquisto dell’infrastruttura da parte di investitori americani, che in tal modo otterrebbero il controllo dei flussi di gas russi verso l’Europa. Questa ipotesi, però, implicherebbe un cambiamento significativo nella politica energetica della Russia, storicamente restia a cedere il controllo delle sue esportazioni.

Quale futuro per il gas europeo?

Il ritorno di Nord Stream segnerebbe una svolta nelle relazioni geopolitiche tra Russia, Stati Uniti ed Europa.

Da un lato, la possibilità di ripristinare le forniture di gas russo potrebbe offrire una soluzione alla crisi energetica, garantendo prezzi più competitivi per l’industria e i consumatori europei. Dall’altro, questa mossa rappresenterebbe un passo indietro rispetto alla strategia di indipendenza energetica dell’UE e potrebbe minare il sostegno europeo all’Ucraina.

Il futuro del gas in Europa resta quindi incerto. Tutto dipenderà dagli sviluppi del conflitto e dalle decisioni politiche dei prossimi mesi.

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