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L’Eni in Ghana, tra l’industria del petrolio e i progetti di sviluppo sociale

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L’Eni in Ghana si è legittimata come vettore geo-economico e geopolitico, nell’industria del petrolio, utilizzando parte delle risorse per reinvestirle in progetti sociali. Tanto nell’ottica di creare nuove opportunità occupazionali e di investimento, che di costruire maggiore coesione nei territori.

Oltre l’industria del petrolio

L’industria del petrolio può trasformarsi in un vettore di sviluppo e coesione sociale, come hanno dimostrato le recenti operazioni dell’Eni in Ghana. La multinazionale energetica italiana è presente nel Paese africano occidentale dal 2009, con attività di esplorazione e produzione di idrocarburi offshore. La quota estrattiva è arrivata ad una produzione netta di circa 30.000 barili di petrolio equivalente al giorno.

Con oltre tre lustri di esperienza e conoscenza delle varie realtà locali, si sono poste le basi per mettere a sistema anche progetti paralleli, concernenti altri settori e comunque il linea con le esigenze regionali. Lo si è visto con gli ultimi annunci, direttamente in loco. Non ultima, per la possibilità di rinsaldare quelle relazioni economiche proiettate sul Golfo di Guinea e dunque sull’Oceano Atlantico.

L’ottica di fondo sarebbe poi quella di sfruttare risorse e finanziamenti, all’interno dell’iniziativa “Mission 300“. Un programma, quest’ultimo, che lo scorso Aprile hanno lanciato la Banca Mondiale e dalla Banca Africana per lo Sviluppo (AfDB).

Dettagli di sviluppo

Nel dettaglio, gli ultimi progetti di riferimento sono il frutto della sinergia di Eni Ghana, con i suoi partner dell’OCTP – Vitol Upstream Ghana Ltd (Vitol) e Ghana National Petroleum Corporation (GNPC).

Insieme hanno presentato alle autorità locali e alle comunità dell’area di influenza dell’Offshore Cape Three Points (OCTP) nel distretto di Ellembelle, nella Regione Occidentale, una serie di progetti sociali. Progetti per diversi comparti. Dalla sanità ai servizi igienici. Dall’istruzione alla diversificazione economica.

L’area, per l’appunto, è quella dell’Offshore Cape Three Points (OCTP). Si tratta un progetto integrato per lo sviluppo di giacimenti di olio e gas naturale, dove il gas naturale prodotto è interamente destinato soddisfare le richieste dell’Africa Sub-Sahariana. Questo connubio, dunque, ha ribadito come i legami e le relazioni dell’industria estrattiva possano valorizzare altre direttrici, solo apparentemente di altro tenore.

I termini della presentazione

Alla cerimonia di presentazione hanno partecipato i rappresentanti di Eni, Vitol, GNPC, della Petroleum Commission. Nonché , i capi delle comunità locali di Sanzule/Krisan, Bakanta, Ngalekpole, Ngalekyi e Baku, nel Distretto di Ellembelle.

Intervenendo durante l’evento Maurizio Pinna, responsabile aziendale di Eni Ghana, ha sottolineato l’importanza di questi investimenti.

In questi termini: “Questi progetti evidenziano l’impegno più ampio di Eni e dei suoi partner dell’OCTP nel migliorare le condizioni di vita. Questo, concentrandosi su aree che non solo offrono benefici tangibili e immediati, ma pongono anche le basi per uno sviluppo sostenibile a lungo termine. Uno sviluppo che avrà un impatto positivo sulle comunità e favorirà una crescita economica inclusiva”.
 

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