La Cina accelera sulla fusione nucleare con l’obiettivo di commercializzarla entro il 2050. Con un investimento da 240 milioni di dollari nella tecnologia tokamak e il progetto “Sole artificiale”, il gigante asiatico ha, infatti, scommesso sulla fusione come fonte di energia pulita e sostenibile per il futuro. Parallelamente, il Paese punta a diventare leader globale nell’energia nucleare, superando Stati Uniti e Francia entro il 2030 grazie all’espansione dei reattori a fissione di nuova generazione.
Cina: la fusione nucleare per un futuro a zero emissioni entro il 2050
Mentre l’Italia, con l’approvazione della legge delega, inaugura il Piano che porterà allo sviluppo del nucleare di terza e quarta generazione, la Cina punta a commercializzare la tecnologia della fusione nucleare per la produzione di energia senza emissioni entro il 2050. A renderlo noto è la China National Nuclear Corp. (CNNC), azienda statale del settore atomico, secondo la quale il primo impianto commerciale potrebbe entrare in funzione circa cinque anni dopo la fase dimostrativa, prevista intorno al 2045.
La scommessa cinese sulla fusione nucleare
Negli ultimi anni, la Cina ha accelerato gli investimenti nella fusione nucleare, in particolare per il dispositivo sperimentale soprannominato “Sole artificiale”, considerato una fonte di energia pulita quasi illimitata. Tuttavia, rendere questa tecnologia sostenibile e utilizzabile su larga scala resta una sfida complessa, finora affrontata con successo solo da poche nazioni, come Stati Uniti, Russia e Corea del Sud.
Di particolare rilevanza è l’alleanza industriale creata nel 2023 dalla CNNC, dalla quale è nata la China Fusion Corp., attirando un investimento di 1,75 miliardi di yuan (circa 240 milioni di dollari) da CNNC e Zhejiang Zheneng Electric Power Co. per sviluppare dispositivi tokamak all’avanguardia. Questi impianti utilizzano campi magnetici per confinare e controllare il plasma surriscaldato, generando energia senza emissioni e con scarti radioattivi minimi.
Entro il 2030 la Cina supererà gli Stati Uniti
Parallelamente alla fusione, la CNNC prevede di ampliare la produzione di reattori a fissione di nuova generazione e piccoli reattori modulari nei prossimi cinque anni. Secondo il Vice Direttore Generale, Xin Feng, in questo campo la Cina è destinata a superare Stati Uniti e Francia, diventando il Paese con la più grande flotta di reattori nucleari al mondo entro il 2030.
Dal 2022, il governo ha approvato circa 10 nuovi reattori all’anno per far fronte alle carenze energetiche e mantenere il ritmo fino al 2030, in linea con gli obiettivi climatici del Paese.
É dunque chiaro che con questa strategia, la Cina punta a consolidare il proprio ruolo di leader globale nell’energia nucleare, con un occhio puntato sulla fusione come soluzione energetica del futuro.