La Corea del Sud e il Belgio puntano sul nucleare per il futuro energetico. Quest’ultimo con il sostegno della Commissione Europea, che ha approvato l’estensione di 10 anni dell’attività dei due reattori Doel 4 e Tihange 3.
Nuovi reattori nucleari nel mondo
Mentre la Corea del Sud annuncia un nuovo piano energetico che prevede la costruzione di nuovi reattori nucleari su larga scala e di un reattore di piccole dimensioni entro il 2038, anche l’Europa si muove nella stessa direzione. Oggi arriva la notizia del prolungamento della vita operativa dei reattori nucleari belgi Doel 4 e Tihange 3, la cui chiusura era inizialmente prevista per il 2025.
Prolungamento di 10 Anni per i reattori Doel 4 e Tihange 3
L’annuncio arriva direttamente dalla Commissione Europea, che ha approvato, in conformità con la normativa sugli Aiuti di Stato, la richiesta del Belgio di supportare finanziariamente l’estensione della vita utile dei due reattori. In base all’Articolo 107(3)(c) del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), l’aiuto di Stato per l’energia nucleare può essere valutato e approvato purché sia necessario, proporzionato e non distorca il mercato in modo contrario all’interesse comune.
Questa decisione, giunta al termine di un’approfondita indagine, segna una svolta nella politica energetica del Belgio, che si allontana dalla legge del 2003 sulla graduale eliminazione dell’energia nucleare. Tale normativa prevedeva la chiusura di tutti e sette i reattori nucleari del Paese entro il 2025. Tuttavia, a marzo 2022, a seguito della crisi energetica e dell’invasione russa dell’Ucraina, il governo federale belga ha deciso di estendere l’operatività di Doel 4 e Tihange 3 per ulteriori 10 anni.
I beneficiari del Piano
La Commissione ha avviato la valutazione lo scorso luglio, dopo la proposta presentata a giugno 2024, che evidenziava la necessità e l’adeguatezza della misura, insieme alla capacità di produzione elettrica dei due reattori, stimata fino a 2000 MW.
I beneficiari del supporto finanziario sono Electrabel (controllata di Engie), Luminus (affiliata di EDF) e la nuova joint venture BE-NUC, costituita in parti uguali tra lo Stato belga ed Electrabel. BE-NUC deterrà l’89,8% della proprietà dei reattori, mentre Luminus avrà una quota del 10,2%. Inoltre, Electrabel trasferirà le responsabilità relative ai rifiuti nucleari allo Stato belga in cambio di un pagamento forfettario di 15 miliardi di euro.
Il nuovo Piano nucleare della Corea del Sud
Secondo il Ministero dell’Industria della Corea del Sud, il nuovo piano energetico mira a garantire una capacità media annua di 7 gigawatt (GW) di energia rinnovabile entro il 2030, rafforzando al contempo il ruolo del nucleare nel mix energetico nazionale, che passerà dal 30,7% al 35,2%.
Più nello specifico, la produzione di energia atomica aumenterà dagli attuali 180,5 terawattora (TWh) a 248,3 TWh entro il 2038. Attualmente, il Paese dispone di 26 reattori nucleari operativi e ne sta costruendo altri quattro. Per colmare il fabbisogno energetico, saranno attivati due ulteriori reattori su larga scala tra il 2037 e il 2038. Parallelamente, il piano prevede l’introduzione di un piccolo reattore modulare (SMR) con una capacità di 0,7 GW, operativo tra il 2035 e il 2036.