Negli USA sta andando avanti un serrato confronto sui biocarburanti, tra i rappresentanti dei gruppi petroliferi e quelli dell’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente (US EPA). L’oggetto del dibattito, in vista del 2026, è l’innalzamento della quota di materiale sostenibile, all’interno del mix di carburanti.
Il dibattito sui biocarburanti
Negli USA, si è intensificato il dibattito tra i principali esponenti dei gruppi petroliferi e le autorità, sulle prospettive dei biocarburanti e in generale sui carburanti sostenibili. Questo è infatti un mercato dai grandi margini, in relazione alle catene del valore regionali.
L’obiettivo è quello di fare pressione sull’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente (US EPA), alla luce delle intenzioni dell’Amministrazione Trump e proposito delle quote produttive.
Il non aver mai nascosto le sue criticità e i dubbi circa la transizione energetica, oltre alla volontà di rilanciare il fossile hanno reso l’attuale Amministrazione un interlocutore privilegiato. Eppure, secondo la Reuters, il confronto dovrebbe trarsi in un’ottica di ancora più alto livello.
La volontà di rafforzare il mercato
Che le grandi società statunitensi del fossile stiano facendo pressione per valorizzare i carburanti sostenibili, a prima vista ha sorpreso non pochi analisti. Storicamente, infatti, queste si sono poste spesso in disaccordo su questioni relative al programma Renewable Fuel Standard (RFS).
Nel dettaglio, si tratta di una legge che ha più di venti anni. Un atto, che impone alle raffinerie di miscelare miliardi di galloni (un gallone equivale all’incirca a 3,78541 litri) di biocarburanti in combustibili come la benzina. Oppure, di acquistare crediti da quelli che lo fanno.
Inoltre, l’industria petrolifera ha sempre visto i biocarburanti, per esempio l’etanolo da mais, come una concorrenza indesiderata ai carburanti ‘classici’. Tuttavia, i due comparti hanno trovato un’opposizione comune. Le due categorie si sono infatti allineate per contrastare i veicoli elettrici. I quali, possono tagliare fuori quote di mercato, nei confronti di qualsiasi forma di carburante liquido.
L’ordine delle richieste
Da parte dei rappresentanti delle aziende, nei confronti dell’EPA i principali motivi di interesse riguardano eventuali modifiche sugli oneri del Renewable Fuel Standard. Solo così, dal loro punto di vista, si potrà garantire una maggiore certezza di mercato. Tanto ai raffinatori che ai produttori di combustibili rinnovabili.
Attualmente, gli obblighi di volume per le fonti rinnovabili, comunemente noti come RVO, sono stati proposti e finalizzati annualmente fino all’anno di conformità 2023. Tre anni fa, in effetti, è avvenuta la definizione degli obiettivi fino al 2025. In questi mesi, ovviamente, si comincerà a riflettere – sentendo e affrontando sinteticamente tutte le richieste in materia – sul 2026.
Per fare una comparazione, la stessa EPA ha finalizzato i volumi di miscelazione dei biocarburanti. La quota definita, in tali termini, è stata a quota 20,94 mld di galloni nel 2023, 21,54 mld di galloni nel 2024 e 22,33 mld di galloni nel 2025.