Secondo l’ultimo rapporto del Centre for Research on Energy and Clean Air (CREA), in Cina si stanno costruendo molte centrali a carbone, record dal 2014. Nella misura in cui Pechino ha registrato grandi passi in avanti nel comparto delle rinnovabili, è evidente come il fossile abbia comunque mantenuto una sua salienza.
L’importanza del carbone per la Cina
Il 2024 della Cina ha rappresentato un anno record per la costruzione di nuovi centrali elettriche a carbone, come ha evidenziato il Centre for Research on Energy and Clean Air (CREA). Nel rapporto, i ricercatori hanno evidenziato una serie di dati. In primo luogo, un volume aggiuntivo pari a 94,5 Gigawatt (GW), il più alto dal 2015.
Pur al cospetto di questo picco annuale, si è in realtà confermata una precisa tendenza. Tant’è che – al 2022 – sul totale delle produzioni elettriche, il 61,7% derivava dall’utilizzo del carbone (dati IEA).
Materia prima di cui la Cina è il principale importatore e fruitore del carbone nell’Asia-Pacifico. In cifre, secondo i dati pubblicati dall’Amministrazione Generale delle Dogane (GACC) i depositi del Settembre 2024 hanno raggiunto quota 47,59 mln di tonnellate.
Il valore dei dati
L’analisi del CREA non ha fatto altro che corroborare quello che molti analisti hanno definito il ‘paradosso cinese‘. In effetti, la Cina è il Paese che – al Mondo – ha il più alto livello di emissioni di gas serra al Mondo, con una media di 11 tonnellate pro capite. Allo stesso tempo, però, è al vertice globale negli investimenti e nello sviluppo di tecnologie per l’energia rinnovabile.
Nel dettaglio – oltre ai 94,5 GW di nuovi progetti di energia a carbone – la Cina ha deliberato altre misure. Ossia, sempre nel 2024, 66,7 Gigawatt (GW) di nuova capacità di produzione di energia elettrica a carbone. Si è avuta una ripresa delle approvazioni nel secondo semestre dopo un inizio d’anno più lento.
A queste, si sono aggiunti 3,3 GW di progetti sospesi che hanno ripreso la costruzione, al livello più alto dal 2015. Un numero sostanziale di nuovi impianti entrerà in funzione nei prossimi 2-3 anni, a conferma del ruolo del carbone nel sistema energetico.
In tale ottica, il CREA ha spiegato come i contratti a lungo termine per la produzione elettrica da carbone stiano valorizzando il dominio di questa materia prima, a scapito delle energie rinnovabili. Al netto delle “preoccupazioni” che hanno espresso i ricercatori circa l’impatto degli investimenti cinesi sul carbone, la direzione di Pechino sembra al contrario netta.
Certamente, le fonti fossili continueranno a far parte del mix energetico nazionale, ma il 2024 è stato da record anche per le nuove capacità in eolico e solare. Per questo, la scelta di mantenere entrambe le direzioni si dovrebbe tradurre in risultati comunque tangibili.