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L’importanza dei fondi assicurativi nella transizione energetica di Taiwan

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Oltreché essere al centro di uno dei più salienti scenari geopolitici globali, Taiwan sta massimizzando l’apporto dei fondi assicurativi nell’implementazione della transizione ‘verde’. In termini geoeconomici, dunque, si prospetta la creazione di una serie di progetti che valorizzino gli investimenti e i capitali privati. 

La richiesta di nuovi investimenti

Taiwan si sta impegnando non solo sul fronte militare e geopolitico ma anche nell’implementazione della transizione energetica, in relazione all’apporto e alla ricerca dei fondi assicurativi. I privati, dunque, si confermano come apicali all’interno di questa serie di scelte complesse.

Per l’isola si tratterebbe di sfruttare, dall’interno, le più importanti catene del valore. L’Asia, infatti, è al centro dei principali mercati globali energetici, sia per le fonti fossili, che delle fonti ‘verdi’. Su questi aspetti si è soffermato il Ministro dell’Ambiente di Taipei, Peng Chi-ming, come ha riportato la Reuters.

La necessità di valorizzare questa tipologia di investimenti è nevralgica, anche dal punto di vista simbolico/politico. Secondo le ultime analisi, in effetti, la maggior parte dei Paesi della c.d. comunità internazionale sarebbe ben lontana dagli obiettivi sul clima delle Nazioni Unite. Per l’isola del Mar Cinese Meridionale, quindi, i progressi in materia sarebbero anche un esempio per tutti gli altri Stati.

Prospettive politiche

A tal proposito, bisogna considerare che la Repubblica di Taiwan è uno Stato a riconoscimento limitato, in virtù della politica della “Cina unica” degli USA, dichiarata da Richard Nixon nel 1972. Non essendo (più) parte delle Nazioni Unite, Taipei non è firmataria dell’accordo sul clima di Parigi.

Ogni scelta per il futuro prossimo servirà quindi anche ad una rivalutazione della ‘postura’ nazionale. In quest’ottica, per rafforzare la propria posizione, si è instaurata la considerazione a voler giocare un ruolo decisivo nel contrasto ai cambiamenti climatici.

L’obiettivo più ambizioso è quello della riduzione delle emissioni di carbonio (CO₂) del 26-30% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2005, obiettivo rivisto rispetto al precedente, che era del 2325%. Il Ministero dell’Ambiente, insieme al ministro dell’Economia e al regolatore finanziario di Taiwan, la Commissione di vigilanza finanziaria, hanno formato un gruppo di lavoro specifico.

La finalità di questo organo è quella di convogliare i fondi del settore assicurativo verso le società di servizi energetiche, le c.d. ESCO. L’investimento previsto per la prima fase è di 10 mld di dollari di Taiwan (circa 304,92 mld USD), che si espanderà a 50 mld di dollari (1,52 USD) in una fase successiva. Visto anche il rischio della siccità e date le esigenze, si dovrà allora operare in maniera razionale e sistemica.

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