Grazie all’impegno istituzionale, ai finanziamenti mirati e alla collaborazione tra pubblico e privato, Roma si afferma come modello di sostenibilità energetica a livello nazionale ed europeo. Le CER solidali rappresentano non solo una risposta alla crisi climatica, ma anche un’importante leva per il benessere sociale e la riduzione delle disuguaglianze energetiche. Sono questi gli elementi emersi durante il convegno “Comunità Energetiche Rinnovabili, il progetto delle CER solidali di Roma”, svoltosi il 10 febbraio in Campidoglio.
Roma: Capitale della transizione energetica in Europa?
Roma si conferma una città all’avanguardia nella transizione energetica. Durante il convegno “Comunità Energetiche Rinnovabili, il progetto delle CER solidali di Roma”, organizzato in Campidoglio dall’Ufficio Clima del Comune, è emerso che la Capitale non solo è la prima in Italia ad aver approvato il Regolamento per la messa a disposizione di aree e impianti solari fotovoltaici per le comunità energetiche rinnovabili solidali, ma si distingue a livello europeo per i progressi nella riduzione delle emissioni di CO2.
Nel biennio 2023-2024, la capacità solare installata a Roma ha raggiunto 354 MW, distribuiti su oltre 29.000 impianti fotovoltaici. Questo traguardo è stato sottolineato dallo stesso Sindaco Roberto Gualtieri, presente al convegno insieme a importanti esponenti del settore energetico capitolino, tra cui Riccardo Troisi (coordinamento CERS Roma), Roberto Tasca (Presidente Fondazione Banco dell’Energia) e Gianmarco Palmieri (Presidente della Commissione Ambiente dell’Assemblea Capitolina). Presenti anche rappresentanti di istituzioni finanziarie come Banca Intesa, Banca Etica e BCC, nonché delegati delle diverse comunità energetiche romane.
Comunità Energetiche Rinnovabili Solidali, un modello di sostenibilità e inclusione
La “S” fa la differenza nell’aggiornamento sullo stato dell’arte delle Comunità energetiche nate nell’area metropolitana di Roma. Un aspetto chiave delle CER di Roma è, infatti, la loro natura solidale. Oltre a produrre e condividere energia rinnovabile, queste comunità perseguono obiettivi sociali, contribuendo alla lotta contro la povertà energetica. Il Regolamento approvato ha permesso di realizzare impianti solari su edifici pubblici, scuole ed edifici comunali, anche grazie ai fondi PNRR e CIS, favorendo la nascita di comunità energetiche promosse da Enti del Terzo Settore.
Un esempio concreto è l’impianto fotovoltaico da 82 kW installato sul tetto dell’Istituto Leonarda Vaccari, struttura dedicata al supporto di persone con disabilità fisica e mentale e bambini affetti da autismo. Questo progetto ha permesso una significativa riduzione dei costi energetici per l’istituto e ha generato incentivi per l’energia immessa in rete, condivisa con associazioni e realtà sociali del quartiere.
Sfide e opportunità per lo sviluppo delle CER
Uno dei principali ostacoli alla diffusione delle comunità energetiche rinnovabili è la fattibilità economico-finanziaria. Il Comune di Roma si è posto l’obiettivo di rendere queste opportunità accessibili anche alle fasce di popolazione più vulnerabili, che spesso faticano a sostenere i costi delle bollette di luce e gas.
Progetti pilota sono già stati avviati in diversi quartieri della città, tra cui Casal de Pazzi, Don Bosco, Quarticciolo, Corviale, Esquilino, Centocelle, Garbatella e Monteverde. Molti di questi sono stati finanziati dalla Fondazione Banco dell’Energia, impegnata nel contrasto alla povertà energetica attraverso iniziative mirate. L’implementazione di queste soluzioni, accompagnata da un costante supporto finanziario e normativo, potrebbe rendere Roma un punto di riferimento per altre città impegnate nella transizione ecologica.