L’enorme ricchezza mineraria dell’Ucraina, stimata fino a 26 trilioni di dollari, è diventata un fattore chiave nel conflitto geopolitico globale. Il presidente Donald Trump ha chiarito che il sostegno finanziario americano a Kiev dovrebbe garantire a Washington accesso prioritario a queste risorse strategiche. L’UE, già impegnata in accordi per l’estrazione del litio, teme di essere esclusa dalla partita, mentre Russia e Cina consolidano il loro controllo sulle materie prime. Con oltre 70% delle riserve minerarie nelle zone occupate e le terre rare sempre più cruciali per l’industria tecnologica, il destino dell’Ucraina sembra ormai intrecciato alla competizione tra USA, UE e Cina per il dominio sui materiali del futuro.
Ucraina pronta a comprare altri aiuti USA in cambio di terre rare e altre ricchezze minerarie
La guerra in Ucraina iniziata ormai tre anni fa non si sa più bene cosa sia diventata e ancora più difficile risulta indovinare come possa finire. Si parla da qualche giorno di una possibile ‘tregua’, se non di un vero e proprio percorso di pace, che passa però per un negoziato molto complesso. C’è poi un altro aspetto drammatico di questo conflitto, che da una causa per la democrazia e la libertà del suo popolo sta passando a una faccenda di riserve minerarie strategiche. Non solo per l’invasore russo, ma anche per il primo e più importante alleato di Kiev: gli Stati Uniti d’America.
Il presidente americano Donal Trump ha detto più volte e ribadito chiaramente nelle ultime ore che per l’impegno finanziario già sostenuto per aiutare l’Ucraina, circa 300 miliardi di dollari, stando ai numeri dichiarati dal capo della Casa Bianca, Washington dovrebbe almeno vedersi riconosciuto il diritto di mettere le mani sui giganteschi depositi naturali di terre rare e di altri minerali strategici per la transizione energetica e altre industrie chiave per l’economia statunitense.
Almeno quelle riserve del sottosuolo non ancora finite sotto il controllo russo, ovviamente.
Alla fine della scorsa settimana, lo stesso Volodymyr Zelenskyy aveva proposto a Trump una partnership per le riserve di terre rare e minerali dell’Ucraina. Come detto alla Reuters, i Presidente ucraino ha spiegato di non voler “regalare” queste risorse agli Stati Uniti, ma di voler lavorare ad un accordo perlomeno equo, che sia vantaggioso per entrambe le parti.
Il problema, non da poco, è che Mosca ha preso il controllo di circa il 70% delle risorse minerarie dell’Ucraina, con i giacimenti più ricchi situati nelle regioni occupate di Donetsk, Dnipropetrovsk e Luhansk, praticamente il Donbass, che già nel 2022 era finito sotto la lente degli studiosi proprio per le sue immense ricchezze minerarie.
E l’Europa? Non metterà le mani sul bottino ucraino, ma dovrà comprare GNL americano
Secondo quanto riportato da rainews.it, “l’Ucraina è pronta a diventare un hub chiave per il gas naturale liquefatto in Europa“, ha scritto su X il presidente Zelensky, riferendo sull’intervista rilasciata alla Reuters. “Abbiamo i più grandi impianti di stoccaggio del gas in Europa e la nostra rete di condotte è già sviluppata. Questo rende l’Ucraina l’hub più logico per le esportazioni di Gnl degli Stati Uniti in Europa“, ha affermato Zelensky, riferendo di discussioni in corso “con il team del presidente Trump” che “sostiene appieno l’interesse dell’Ucraina per il Gnl“.
“Non si tratta solo di gas, ma di ridurre la dipendenza europea dall’energia russa. Alcuni paesi europei stanno ancora acquistando gas russo a causa di legami di lunga data e pressioni politiche. Ma il Gnl offre prezzi di mercato equi e partnership eque“, ha concluso Zelensky.
Che l’Unione europea “doveva comprare” GNL americano questo era stato sottolineato più volte da Trump ben prima dell’inizio ufficiale del suo secondo mandato da Presidente USA.
Ovviamente anche l’Europa vuole la sua fetta e già nel luglio 2021 la Commissione europea aveva annunciato il raggiungimento di un’intesa col governo ucraino per lo sfruttamento dei giacimenti di materia critiche. Nel novembre dello stesso anno, infatti, l’impresa European Lithium Ltd aveva vinto un appalto estrattivo conto la rivale cinese Chenhxin Lithium per il controllo di due depositi a Shevchenkivske e Dobra.
Bruxelles ha già inviato a Kiev più di 134 miliardi di euro di aiuti e vuole il suo tornaconto, prima che Washington e Mosca si spartiscano tutto.
Lo scrigno nascosto nel sottosuolo ucraino
Parliamo di titanio, litio, berillio, manganese, gallio, uranio, zirconio, grafite, apatite, fluorite e nichel, solo per fare alcuni esempi e l’Ucraina è tra i primi dieci fornitori al mondo di questi minerali, coprendo una quota mondiale del 5%.
Kiev è al primo posto in Europa per le riserve di titanio (impiegato nella costruzione di componenti per aerei, razzi e satelliti, ma anche nell’industria automotive) e nella Top Ten a livello mondiale, coprendo il 7% delle forniture con 28 giacimenti noti. Detiene inoltre il 33% circa delle riserve di litio (fondamentale per la produzione di batterie agli ioni di litio, essenziali per smartphone, laptop, veicoli elettrici (EV) e sistemi di accumulo di energia rinnovabile) in Europa (il 3% di quelle mondiali), il 20% della grafite di tutto il mondo si trova qui (è tra i primi cinque fornitori globali).
In Ucraina si trovano 12 giacimento di nichel (molto utilizzato per la produzione di batterie agli ioni di litio, ma anche nell’industria aerospaziale e per produrre acciaio), con il cobalto come sottoprodotto (si stimano 9mila tonnellate di riserve di cobalto in questo Paese).
Di rilievo anche i depositi naturali di terre rare come il tantalio, il niobio e il berillio.
Il tantalio è utilizzato per la produzione di condensatori ad alta capacità in dispositivi elettronici come smartphone, laptop e apparecchiature mediche, ma anche nelle leghe per turbine aeronautiche e reattori chimici, grazie alla sua resistenza alla corrosione.
Il niobio principalmente nell’industria siderurgica per la produzione di acciai ad alta resistenza, usati in oleodotti, automobili e infrastrutture, ma anche per le leghe superconduttrici utilizzate nei reattori nucleari e nei magneti per la risonanza magnetica.
Il berillio è considerato fondamentale nell’industria aerospaziale e della difesa, grazie alla sua leggerezza e rigidità. Viene utilizzato in componenti per satelliti, strumenti di precisione e nei sistemi di guida per missili. È impiegato anche nei reattori nucleari come moderatore di neutroni.
L’Ucraina è il 4° Paese in Europa per giacimenti di rame, il 5° per il piombo, il 6° per lo zinco e il 9° per l’argento.
Ma a quanto ammonta la ricchezza mineraria dell’Ucrina?
Tutti questi materiali/minerali possono valere fino a 12 trilioni di dollari (valore dei depositi + valore di mercato + valore di utilizzo + potenziale di espansione del mercato globale nei prossimi anni), cifra straordinaria che potrebbe anche arrivare a 26 trilioni di dollari se aggiungiamo sul piatto anche carbone (fino a 100 miliardi di tonnellate) e gas naturale.
Le stime, frutto di calcoli dettagliati della Kyiv School of Economics, sono stati presentati al World Economic Forum di Davos a gennaio 2025, ma si tratta di studi a forte carica speculativa potremmo dire, anche perché in molti casi si tratta di stime approssimative, perché non si hanno dati precisi su molte delle riserve naturali del Paese.
Sempre secondo queste stime, la Russia controlla risorse ucraine per un valore di 15 trilioni di dollari, ha reso noto Forbes Ucraina.
Un recente rapporto del The Moscow Times cita una stima di Forbes Ucraina dell’aprile 2023 secondo cui le risorse minerarie totali dell’Ucraina ammontano a 111 miliardi di tonnellate, per un valore di 14,8 trilioni di dollari, costituite principalmente da carbone e minerale di ferro.
Un rapporto del 2022 del Washington Post ha stimato il valore delle riserve minerarie dell’Ucraina in 26 trilioni di dollari, di cui quasi la metà però si trova in aree al momento sotto il controllo russo.
Alcuni esempi di impiego delle terre rare
Le terre rare sono fondamentali per molte industrie strategiche, alcune in maniera particolare per la transizione energetica. Ecco alcuni esempi di impiego:
- elettronica e semiconduttori: il neodimio è essenziale per magneti ad alte prestazioni in smartphone, computer e hard disk;
- energia rinnovabile: turbine eoliche e batterie per veicoli elettrici utilizzano disprosio, praseodimio e lantanio per migliorare efficienza e durata.
- aerospazio e difesa: radar, missili, jet e droni sfruttano terre rare come l’ittrio e il samario per sensori e leghe leggere resistenti al calore.
- illuminazione e display: il terbio e l’europio sono impiegati in schermi LED e TV per migliorare la resa cromatica.
- industria chimica: catalizzatori a base di cerio e lantanio sono usati per raffinare il petrolio e ridurre le emissioni nei motori a combustione.
Anche su questo si confrontano i due imperi: USA vs Cina
Lo scontro tra Stati Uniti e Cina per il controllo delle terre rare è una delle battaglie economiche e geopolitiche più rilevanti del XXI secolo. Questi elementi, fondamentali per l’industria tecnologica, l’energia rinnovabile e la difesa, sono al centro di una competizione strategica che vede coinvolta anche l’Ucraina, un paese che possiede alcune delle più grandi riserve in Europa.
Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi chimici utilizzati in tecnologie avanzate, dai semiconduttori ai motori elettrici, dai radar militari alle turbine eoliche. Attualmente, la Cina domina la produzione globale, controllando circa il 70% dell’estrazione mondiale e oltre l’85% della raffinazione. Questo monopolio ha messo in allarme gli Stati Uniti e l’Unione Europea, che dipendono fortemente dalle forniture cinesi.
Per ridurre la dipendenza da Pechino, gli Stati Uniti hanno lanciato una serie di iniziative, tra cui il CHIPS and Science Act e il Minerals Security Partnership, con l’obiettivo di incentivare la produzione nazionale e rafforzare la cooperazione con Paesi alleati. La Cina, tuttavia, ha reagito con restrizioni all’export di metalli chiave come il gallio e il germanio, alimentando ulteriormente le tensioni.
E qui torna l’Ucraina, che possiede una delle più grandi riserve di terre rare in Europa, con giacimenti di titanio, zirconio e litio. Questo ha acceso l’interesse di Stati Uniti e UE, che vedono nel paese un’alternativa strategica per ridurre la dipendenza dalla Cina. Tuttavia, il controllo di queste risorse è complicato dal conflitto in corso e dalla presenza di regioni ricche di minerali attualmente occupate dalla Russia.