Un italiano a capo della DG MENA rappresenta sicuramente un vantaggio per le politiche transfrontaliere del Governo italiano nel Mediterraneo, a partire dal Piano Mattei, per una più efficace attuazione dei progetti di cooperazione, soprattutto con i Paesi nordafricani e mediorientali, con un impatto positivo sullo sviluppo ad esempio delle fonti energetiche rinnovabili della regione mediterranea, ma anche delle infrastrutture chiave per la trasformazione energetica.
Entra in funzione il DG MENA e a capo c’è l’italiano Stefano Sannino
“Il Medio Oriente, il Nord Africa e il Golfo sono regioni di fondamentale importanza per l’Ue. Vogliamo mobilitare tutta la forza delle politiche europee per portare le relazioni con queste regioni a un nuovo livello. Il futuro delle nostre società è indissolubilmente legato”.
Così scrive su X l’italiano Stefano Sannino, responsabile della nuova Direzione generale per il Medio Oriente, il Nord Africa e il Golfo (DG MENA) della Commissione europea, posta sotto la guida della Commissaria Ue per il Mediterraneo, Dubravka Šuica.
“Primo giorno lavorativo presso la nuova @EU4MENAGulf. Onorato e felice di essere a capo di un team fantastico sotto la guida del Commissario @dubravkasuica”, ha aggiunto in un nuovo post ieri sempre sul suo account X.
Come funziona la nuova DG MENA
La nuova DG MENA servirà a rafforzare i numerosi partenariati dell’Unione europea con tutti i Paesi della che si affacciano sul Mediterraneo, del Medio Oriente e del Golfo persico.
“Da sempre il Mediterraneo rappresenta un ponte fra le culture e una rotta strategica sulla quale storie e tradizioni comuni hanno plasmato l’identità europea. L’istituzione della nuova direzione generale MENA segna una tappa fondamentale, conferendo rinnovata rilevanza alla politica dell’UE nei confronti del Mediterraneo e del Golfo e innovandola. Questo nuovo comparto della Commissione sarà interamente dedicato al lavoro sulle peculiari opportunità e sfide della regione, adoperandosi per avvicinare tutte le sponde del Mare Nostrum e non solo. In un panorama geopolitico in evoluzione l’Unione opera da partner strategico coerente e credibile per un futuro stabile e prospero che sia radicato nel rispetto reciproco, nella crescita e in legami più solidi”, ha dichiarato la Commissaria Šuica.
La nuova DG è stata annunciata dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in occasione della presentazione del Collegio dei commissari lo scorso settembre. Gli orientamenti politici 2024-2029 e la lettera di incarico alla Commissaria Šuica indicano come prima iniziativa, nell’ambito di questa politica, l’adozione del nuovo patto per il Mediterraneo, che andrà ad ispirare anche il lavoro della DG MENA.
La direzione contribuirà a guidare e modellare gli obiettivi della politica mediterranea dell’Ue, agevolandoli con un supporto tecnico e finanziario e si concentrerà sul proseguimento dei partenariati che riguardano gli investimenti, la stabilità economica, l’occupazione, l’energia, i trasporti, la sicurezza, la migrazione e altre aree d’interesse reciproco.
Come spiegato da un funzionario interno alla Direzione Generale: “Per l’Italia si tratta di un asset importante, dato che gli obiettivi sono in sintonia con quelli del Piano Mattei e del Global Gateway”.
DG MENA e Piano Mattei
Il Piano Mattei è un’iniziativa del governo italiano volta a rafforzare la cooperazione con i paesi africani, con un focus particolare sullo sviluppo economico, sociale e ambientale. Il piano si concentra su settori chiave come l’energia, le infrastrutture, l’agricoltura e la formazione, con l’obiettivo di promuovere una crescita sostenibile e inclusiva nel continente africano.
Sia la DG MENA che il Piano Mattei riconoscono l’importanza strategica della regione mediterranea, con un’attenzione particolare ai paesi del Nordafrica. Entrambe le iniziative pongono l’accento sulla necessità di promuovere uno sviluppo sostenibile nei paesi partner, attraverso progetti di cooperazione nei settori chiave.
Tra rinnovabili, infrastrutture green e sicurezza energetica
La creazione della DG MENA potrebbe rappresentare un’opportunità per il Piano Mattei di rafforzare la sua azione nel Nordafrica, beneficiando del quadro istituzionale e delle risorse messe a disposizione dall’Unione europea. Inoltre, una maggiore sinergia tra le due iniziative potrebbe favorire una più efficace attuazione dei progetti di cooperazione, con un impatto positivo sullo sviluppo ad esempio delle fonti energetiche rinnovabili della regione mediterranea, ma anche delle infrastrutture chiave per la trasformazione energetica (tra cui gli elettrodotti e le pipeline per gas e idrogeno).
Il Mediterraneo è una regione di importanza strategica per l’Unione Europea, non solo per la sua posizione geografica, ma anche per le sfide e le opportunità che presenta in termini di sviluppo green, sicurezza energetica e lotta ai cambiamenti climatici.
Le politiche europee per il Mediterraneo pongono un’enfasi particolare sullo sviluppo delle rinnovabili, considerate una chiave per potenziare l’autonomia energetica, ridurre le emissioni di gas serra e promuovere crescita zero net nella regione. In particolare, l’UE sostiene progetti di sviluppo di energia solare, eolica e altre fonti rinnovabili, nonché iniziative di efficienza energetica e cooperazione regionale nel settore energetico.
Ci si aspetta molto in termini di transizione energetica orientata all’energia pulita e in termini di infrastrutture critiche da realizzare e proteggere. L’energia è un asset di primaria importanza per tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e non solo.
Qual posto da Commissario che sarebbe dovuto andare all’Italia…
Un’ultima considerazione da fare è che questo incarico affidato a Sannino ha il gusto del “risarcimento istituzionale” per il mancato riconoscimento all’Italia del suo ruolo geostrategico insostituibile, di Paese al centro del Mediterraneo.
Nel rispetto degli interessi legittimi di tutti i Paesi membri all’interno dell’Unione europea, più che alla Croazia, sebbene Dubravka Šuica abbia una lunga esperienza politica ed è stata anche vicepresidente della Commissione europea uscente, il posto di Commissario per il Mediterraneo sarebbe dovuto andare ad un italiano.
Così non è stato e ci si chiede ancora il perché. Il Governo Meloni ne avrebbe giovato non poco, vista la grande rilevanza politica che il nostro Paese ha dato e continua a dare al Piano Mattei. Forse i partiti della maggioranza che sostiene il Governo italiano non hanno mai avuto rapporti idilliaci con Bruxelles.
Secondo quanto riportato da politico.eu, infine, Sannino sarebbe stato silurato a dicembre dall’Alto Rappresentante per la Politica estera e di difesa europea, Kaja Kallas, apparentemente senza un motivo chiaro, facendogli perdere il posto di segretario generale del Servizio europeo per l’azione esterna. Ora c’è un nuovo incarico per lui e soprattutto una nuova DG in seno alla Commissione europea, che potrebbe avere un ruolo chiave in questo quadrante del mondo al centro (da sempre) di grandi interessi globali.