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Acqua, in UE più del 50% è inquinata. I valori di un vettore energetico di primo piano

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Tra le rinnovabili, l’idroelettrico ha connotato l’acqua di un’ulteriore portata geoeconomica, come un vettore energetico di primissimo livello. Conflitti, confronti, controllo e possesso sono tutte insite nel valore della risorsa, che come tale è sempre più al centro delle logiche del mercato. Il tema dell’inquinamento, poi, ha contribuito a rendere ancora più preziosa la sua disponibilità.

Oltre la risorsa

L’acqua oltre ad essere una risorsa fondamentale per la vita è assurta a vettore energetico, in virtù della sua capacità ‘rinnovabile’, nel comparto dell’idroelettrico. Senza poi considerare il ruolo che in generale i corsi d’acqua e i mari hanno nel creare dei legami tra le collettività. In particolare, sotto forma di relazioni commerciali.

Soffermandoci sul tema energetico, comunque, è possibile anche decostruire quell’equazione che assocerebbe direttamente la scarsità alla nascita di conflitti (per la risorsa). L’acqua, in effetti, non è mai scarsa di per sé, ma lo diventa in relazione ai differenti modelli di sviluppo socio-economici.

Le prospettive di capitalismo o, all’opposto, strutture imperniate sulla sussistenza possono essere tanto virtuose, quanto inefficienti. Si è allora imposto il valore dell’innovazione tecnologica. Quest’ultima è il fulcro della creazione e della distribuzione di energia elettrica.

I rischi

Non trattandosi ovviamente di un c.d. gioco a somma zero, il rischio dell’economicizzazione di un bene pubblico – ammesso che di bene si possa parlare – è che la sua fruibilità di base venga meno. La prospettiva di usare l’acqua, mediante massivi progetti di infrastrutturazione non ha solo delle ricadute di carattere ambientale ma anche di consuetidini.

Oltre il fattore dell’inquinamento, si tratta anche di rimodulare i processi di distribuzione e di allocazione. Il problema non è limitato ad alcune aree, magari quelle superficialmente definite in via di sviluppo, ma è comune.

Il monito dell’Unione Europea

Addirittura, secondo la Commissione europea, “le risorse idriche europee sono sotto pressione e la maggior parte dei corpi idrici di superficie è inquinata“. Nella misura in cui i bacini sono anche il luogo in cui non di rado si sversano i materiali di risulta delle produzioni chimiche, un altro elemento di ‘tensione’.

Come ha scritto la Reuters, dalle valutazioni dell’Unione Europea è emerso che – nel 2021 – solo il 39,5% dei corpi idrici superficiali comunitari (laghi, fiumi e acque costiere), era in buone condizioni ecologiche. Soltanto il 26,8% aveva un buono stato chimico, in calo rispetto al 33,5% del 2015.

Il rapporto, però, ha rilevato miglioramenti parziali. Ad esempio, per quanto riguarda le piante acquatiche nei laghi, ma non ha offerto una visione positiva sulla salute generale dei corpi idrici.

La situazione è migliore per i corpi idrici sotterranei europei, l’86% dei quali ha uno stato chimico buono. Questo, sebbene i nitrati provenienti dall’agricoltura inquinino le falde acquifere nella maggior parte dei Paesi dell’UE.

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