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La nuova politica energetica dell’Indonesia, tra privati e rinnovabili

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L’Indonesia sta definendo una rivalutazione della propria politica energetica, alla luce dell’attuale situazione globale, impostandola sulle rinnovabili e sugli investimenti privati. Si tratterà di un progetto sistemico di medio-lungo periodo, vista la complessità delle variabili che ci saranno da valutare.

Il valore della domanda

Tra rinnovabili e un ruolo maggiore degli investitori privati, l’Indonesia sta rimodulando la propria politica energetica, alla luce del contesto internazionale ma anche delle specificità regionali. L’Asia, infatti, è al centro dei principali mercati globali energetici, sia di quelli del gas e del petrolio, che delle fonti ‘verdi’.

In un sistema complesso, per via dei rapporti tra i centri e le periferie, l’Indonesia si è costruita uno spazio di assoluto rilievo. Principale economia del Sud-Est asiatico, Giacarta – soltanto tra il 2005 e il 2024 – è infatti cresciuta in media dell’1,26%. Il massimo storico è stato del 5,05%, nel terzo trimestre del 2020 (dati Trading Economics).

Se, da una parte, tale base di partenza può rappresentare un riferimento, dall’altra si è riconosciuta la necessità di razionalizzare le risorse e le competenze. Il tutto, all’interno di un obiettivo complessivo per il prossimo decennio. Quello di espandere la capacità energetica per nuovi 71 Gigawatt (GW).

Prospettive future

In quest’ottica, come ha riportato la Reuters, a definire la direzione è stato Bahlil Lahadalia, ministro dell’Energia e delle Risorse Minerarie. Dunque, gli investitori privati avranno il compito di garantire l’espansione della capacità energetica. Il Governo si concentrerà invece sulla trasmissione delle rinnovabili.

La Perusahaan Listrik Negara (PLN) – società statale monopolistica distributrice dell’energia – ha recentemente approvato il suo piano di approvvigionamento 2025-2034. In questo, si è posto l’accento sulla quota dei 71 GW, oltreché sulla costruzione di 48.000 chilometri di linee di trasmissione, equivalenti a 8.000 chilometri in linea retta.

Al capitolo ‘infrastrutture’, poi, negli ultimi mesi in Indonesia sono entrate in funzione ventisei centrali elettriche. Di queste, circa il 60% dovrebbe essere affidato al settore privato. Inoltre, i funzionari indonesiani hanno sottolineato che il 70% dei poli previsti utilizzeranno energie rinnovabili (come l’idrogeno).

Attualmente le rinnovabili costituiscono il 15% del mix energetico. Tuttavia, qualora il Paese riuscisse a dismettere tutte le centrali a carbone, raggiungendo la neutralità climatica entro il 2050, è evidente che le fonti ‘verdi’ avranno un ruolo preponderante. In linea con l’intero continente.


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