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Sicilia, rifiuti: €800 mln per due nuovi termovalorizzatori. Ma è la soluzione giusta?

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Firmata la convenzione per la realizzazione di due termovalorizzatori in Sicilia, destinati a sorgere a Palermo e Catania, con l’obiettivo di rivoluzionare il sistema di gestione dei rifiuti nella regione. Il progetto, sostenuto da un investimento di 800 milioni di euro nell’ambito dell’Accordo per la Coesione con il governo nazionale, mira a ridurre l’uso delle discariche e valorizzare energeticamente i rifiuti non riciclabili. Una scelta che però cozza con l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra, aumentando i rischi, correlati, per la salute.

Firmata la convenzione per due nuovi termovalorizzatori

Due nuovi termovalorizzatori sorgeranno a Palermo e Catania. Si è svolto ieri, 15 gennaio, a Roma, l’ultimo incontro per decidere della gestione dei rifiuti in Sicilia. La convenzione, firmata dal Governatore Renato Schifani, nel suo ruolo di commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, e l’amministratore delegato di Invitalia, Bernardo Mattarella, affida all’Agenzia nazionale il compito di indire le gare d’appalto per i due impianti. 

Un finanziamento complessivo da 800 milioni di euro

Presentato come una soluzione al problema dell’immondizia, con un finanziamento complessivo di 800 milioni di euro garantito dall’Accordo per la Coesione con il governo nazionale, il progetto punta a trasformare radicalmente il sistema siculo di gestione dei rifiuti. Tuttavia, il duplice obiettivo di ridurre l’utilizzo delle discariche e valorizzare al contempo, in termini energetici, i rifiuti non riciclabili, cozza con l’elevato impatto ambientale che i termovalorizzatori hanno dimostrato di avere. 

I problemi per la salute e per l’ambiente

Sebbene offra vantaggi significativi, come la riduzione del volume dei rifiuti e il recupero energetico, tale tecnologia non può essere infatti dissociata da problematiche come le emissioni di gas serra e la produzione di ceneri residue, classificate come rifiuti speciali. Anche se i moderni impianti sono dotati di sistemi avanzati di filtrazione, i termovalorizzatori emettono comunque elevati tassi di CO₂, e altre sostanze inquinanti tossiche per la salute (mercurio, cadmio, diossine e furani). Inoltre, se si considera che, facendo delle stime approssimative, con 800 milioni di euro, è possibile installare pale eoliche per circa 533 MW di energia pulita, o pannelli solari per 800 MW, l’impiego di inceneritori per soddisfare il fabbisogno energetico diventa obsoleto. Sarebbe, forse, più utile investire nella ricerca di materiali alternativi e tecnologie di riciclo avanzate per trasformare rifiuti, apparentemente non riciclabili, in nuove risorse.

In funzione entro il 2028

I termovalorizzatori, destinati a entrare in funzione entro il 2028, sorgeranno a Bellolampo, per il territorio di Palermo, e nella zona industriale di Catania. Si parla ovviamente di impianti di ultima generazione, progettati per trattare i rifiuti urbani provenienti dalle piattaforme regionali di pretrattamento, biodigestione e compostaggio.

La convenzione, che sarà in vigore fino al 2026, segna un percorso ben definito per arrivare alla costruzione degli impianti. Invitalia accompagnerà la Regione in ogni fase: dall’analisi dei fabbisogni alla gestione delle gare, fino al monitoraggio dell’avanzamento dei lavori.

Progetti di fattibilità e autorizzazione ambientale

Un primo passaggio cruciale sarà la gara, dal valore di circa 16 milioni di euro, per la redazione dei Progetti di Fattibilità Tecnico-Economica (Pfte). Aperta a studi professionali di tutta Europa, questa fase punta a garantire il massimo livello di competenza e innovazione. Una volta completati, i progetti saranno sottoposti alla valutazione della Commissione tecnico-specialistica, che dovrà approvare l’autorizzazione ambientale (VIA). Successivamente, si procederà con le gare per la progettazione esecutiva, la costruzione e la gestione degli impianti. Grazie alla piattaforma digitale InGate, gestita da Invitalia, sarà possibile garantire un elevato livello di trasparenza e un’integrazione con i sistemi di monitoraggio dei contratti pubblici.

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