Roma, 16/01/2025 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

Petrolio, nel 2026 domanda e produzione in crescita. Il Rapporto OPEC

11barili petrolio
Home > News > Petrolio > Petrolio, nel 2026 domanda e produzione in crescita. Il Rapporto OPEC

Cina e India trainano la domanda di petrolio, che nel 2026, secondo l’ultimo rapporto OPEC, aumenterà di 270.000 barili al giorno, con consumi che si attesteranno su 1,4 milioni (bpd). I membri del cartello prevedono incrementi mensili della produzione di 120.000 barili al giorno a partire da aprile, ma le nuove sanzioni statunitensi contro la Russia e potenziali restrizioni verso l’Iran da parte della futura amministrazione americana potrebbero alterare lo scenario attuale .

SCARICA IL PRIMO RAPPORTO OPEC DEL 2025

Crescita sostenuta della domanda

La transizione energetica e le crisi geopolitiche in corso non scalfiscono il mercato del petrolio. Le previsioni dell’OPEC, l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio, delineano uno scenario ancora dominato dal combustibile fossile, in cui Cina ed India faranno da sovrane.

Secondo il primo rapporto dettagliato dell’anno dell’Organizzazione, infatti, anche nel 2026 la crescita della domanda di petrolio resterà sostenuta, trainata principalmente dai due Paesi asiatici. 

Nel 2026 +1,4 milioni di barili al giorno

Nello specifico il consumo mondiale di petrolio aumenterà di 1,4 milioni di barili al giorno nel 2026, mantenendo un ritmo “robusto” simile a quello atteso per il 2024 e superando la crescita prevista dell’offerta.

In base a tale quadro, l’Arabia Saudita e i partner di OPEC, potrebbero riavviare la produzione interrotta, ripristinando gradualmente circa 2 milioni di barili al giorno nei prossimi due anni. Tuttavia, tale prospettiva è messa in dubbio dalla debole crescita economica della Cina e dai precedenti errori dell’OPEC nel prevedere correttamente la domanda.

Previsioni contrastanti sul mercato petrolifero globale

C’è da dire, in effetti, che nonostante un inizio di anno ottimista, l’OPEC ha ridotto più volte le sue previsioni di crescita per il 2024. Per l’esattezza del 47% in sei revisioni consecutive, evidenziando l’incertezza del mercato. Anche i membri del cartello hanno mostrato poca fiducia, rinviando più volte i piani di ripresa della produzione.

Attualmente l’OPEC sta limitando l’offerta per mantenere i prezzi stabili. La coalizione prevede, però, di iniziare ad aumentare gradualmente la produzione a partire da aprile, con incrementi mensili di 120.000 barili al giorno, ma è probabile che il piano venga rivisto all’inizio di marzo.

In ogni caso, anche se l’OPEC decidesse di annullare l’aumento programmato della produzione, i principali osservatori del mercato, come l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE), JPMorgan Chase & Co. e Citigroup Inc., prevedono un surplus globale di petrolio per quest’anno.

L’impatto delle sanzioni e delle nuove politiche energetiche

Le nuove sanzioni statunitensi contro la Russia e potenziali restrizioni verso l’Iran da parte della futura amministrazione americana potrebbero alterare lo scenario attuale. L’AIE ha dichiarato che l’OPEC potrebbe decidere di aumentare ulteriormente la produzione in caso di gravi interruzioni del mercato.

Un incontro online del Comitato Ministeriale Congiunto di Monitoraggio dell’OPEC è previsto per il prossimo 3 febbraio, in vista della finalizzazione dei piani per il secondo trimestre.

India e Cina: i principali motori della domanda

Secondo il rapporto, nel 2026 la domanda di petrolio in Cina aumenterà di 270.000 barili al giorno, pari all’1,6%, mentre l’India registrerà un incremento identico in volume, ma pari al 4,7%. L’espansione della domanda di greggio potrebbe però essere frenata dall’aumento di veicoli elettrici in Cina.

Intanto, l’Amministrazione per l’Informazione sull’Energia degli Stati Uniti ha previsto un surplus di petrolio globale di 800.000 barili al giorno nel 2026, come conseguenza di più fattori tra cui l’aumento della produzione da parte dell’OPEC e l’espansione dell’offerta negli Stati Uniti, Canada e Guyana.

Articoli correlati