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CER su tetti ed impianti di proprietà comunale. Roma prima in Italia ad approvare la normativa

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La Capitale è il primo Comune italiano ad approvare il Regolamento che consente di utilizzare edifici ed impianti dell’Amministrazione per costituire nuove Comunità Energetiche Rinnovabili. La procedura, che coinvolge Enti del Terzo Settore iscritti al Registro Unico Nazionale sarà portata avanti dai 15 Municipi di Roma, contribuendo all’obiettivo di solarizzare i tetti comunali, che includono oltre 1.200 edifici scolastici e altre strutture come biblioteche, musei e palestre.

Roma primo Comune in Italia

L’Assemblea Capitolina ha approvato all’unanimità il Regolamento per la messa a disposizione di aree e impianti solari fotovoltaici di Roma Capitale, destinati alla creazione di comunità energetiche rinnovabili. Si tratta di un passo storico che fa di Roma il primo Comune in Italia a offrire i propri tetti per progetti di questo tipo.

Orgogliosi di essere i primi a proporre un modello che unisce sostenibilità ambientale e solidarietà sociale. Nel 2025 partiranno i primi progetti”, ha dichiarato il Sindaco Roberto Gualtieri, sottolineando come il Regolamento rappresenti un pilastro della transizione ecologica e un esempio concreto di lotta alle disuguaglianze.

Due modalità principali 

Il Regolamento, sviluppato in linea con i recenti decreti attuativi sulle comunità energetiche, introduce due modalità principali per la creazione di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) utilizzando il patrimonio edilizio comunale:

  1. Impianti di proprietà comunale: prevede l’installazione di pannelli fotovoltaici per generare energia condivisa attraverso le CER, con una riduzione delle emissioni e delle bollette. Gli incentivi del Decreto ministeriale permetteranno di coinvolgere gli Enti del Terzo Settore (ETS), promuovendo progetti sociali e ambientali.
  1. Progetti proposti dagli ETS: enti iscritti al Registro Unico Nazionale (RUNTS) potranno proporre e realizzare impianti solari sui tetti comunali per costituire CER orientate a obiettivi di solidarietà e sviluppo sostenibile.

La selezione dei progetti avverrà tramite coprogettazione, un processo previsto dal Codice del Terzo Settore. Saranno i Municipi, con il supporto del Dipartimento Sociale e dell’Ufficio Clima, a supervisionare la procedura per garantire iniziative che rispondano a bisogni pubblici, come il sostegno alle famiglie in povertà energetica o la riduzione dei costi per case-famiglia e altre strutture sociali.

8MW di nuovi impianti entro il 2026

Oggi, i tetti di scuole e uffici di Roma Capitale ospitano impianti solari per circa 1,9 MW. Grazie ai finanziamenti del PNRR, del CIS e di altre risorse, entro il 2026 si punta a installare 8 MW di nuovi impianti, contribuendo all’obiettivo di solarizzare i tetti comunali, che includono oltre 1.200 edifici scolastici e altre strutture come biblioteche, musei e palestre.

Con questo Regolamento apriamo la strada a una nuova visione di città: più sostenibile, solidale e innovativa. Aumentiamo le installazioni di energia pulita e offriamo risorse alle comunità, migliorando la qualità della vita dei nostri quartieri”, ha aggiunto Gualtieri.

Il modello romano punta a coniugare il rispetto per l’ambiente e la lotta ai cambiamenti climatici con la solidarietà sociale, creando un esempio replicabile in tutta Italia.

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