La transizione energetica dell’Unione europea verso un sistema decarbonizzato si basa fortemente sull’integrazione su larga scala delle energie rinnovabili e sull’elettrificazione della domanda energetica. Questo cambiamento comporta sfide considerevoli per il sistema energetico, in particolare per le reti elettriche. Il Report dell’Agenzia europea per la cooperazione dei regolatori dell’energia (ACER).
SCARICA IL 2024 MONITORING REPORT DI ACER
Il Rapporto ACER sullo sviluppo futuro delle reti elettriche in Europa
L’Europa si muove verso un sistema energetico decarbonizzato, i collegamenti tra elettricità, gas e idrogeno cresceranno sempre di più e per questo è fondamentale sviluppare infrastrutture funzionanti, sicure e coordinate. Sono necessari massicci investimenti nelle reti elettriche locali, nazionali e transfrontaliere per tenere il passo con la crescita delle energie rinnovabili, ma anche per ridurre al minimo il consumo di energia.
Il rapporto dell’Agenzia europea per la cooperazione dei regolatori dell’energia (ACER), dal titolo “Electricity infrastructure development to support a competitive and sustainable energy system”, esamina da vicino lo sviluppo delle infrastrutture elettriche europee, evidenziando un significativo divario tra gli investimenti pianificati e le necessità di capacità della rete per supportare la transizione energetica.
La metà circa delle esigenze di capacità transfrontaliera in Europa non aveva investimenti corrispondenti pianificati nel piano paneuropeo della rete elettrica del 2022, il che dimostra che notevoli esigenze transfrontaliere rimangono irrisolte dagli attuali progetti di rete.
Pianificazione dei progetti
La costruzione di interconnessioni richiede in media 10 anni dall’inizio all’entrata in funzione. Senza questi investimenti, l’Europa rischia di perdere i vantaggi dell’integrazione del mercato elettrico dell’Unione, come la sicurezza dell’approvvigionamento, la resilienza agli shock di prezzo e di fornitura, lo sblocco e la condivisione della flessibilità, nonché l’abilitazione della transizione verso l’energia pulita.
Il documento si focalizza proprio sulla pianificazione e l’implementazione dei progetti, sottolineando ritardi e inefficienze, con conseguenti rischi per la decarbonizzazione e l’affidabilità del sistema.
Gli investimenti annuali nella rete elettrica devono raddoppiare, raggiungendo fino a 100 miliardi di euro all’anno entro il 2050, con una possibile crescita dei costi totali della rete per i consumatori di oltre il 50% rispetto ai costi attuali.
Per la precisione, i costi di rete potrebbero aumentare del 20-40% entro il 2030 e forse fino al 100% entro il 2050.
Capacità delle reti, competitività e costi
Si stima che entro il 2030 la capacità eolica raddoppierà e la capacità solare fotovoltaica quasi triplicherà. Allo stesso tempo, l’elettrificazione del riscaldamento dovrebbe crescere del 50% e la mobilità elettrica aumenterà esponenzialmente. La capacità di rete limitata porta a congestioni, ritardi nell’integrazione delle energie rinnovabili e aumento dei costi di gestione della congestione della rete.
Per la competitività dell’UE, i costi del sistema elettrico (che includono i costi di rete, le spese associate a schemi di supporto come i meccanismi di capacità nazionale ecc.) devono essere contenuti in quanto sono uno dei principali fattori trainanti dei costi dell’elettricità.
Il problema è che lo sviluppo mirato delle capacità di distribuzione, trasmissione e transfrontaliere è essenziale per un sistema energetico dell’Unione europea sicuro, sostenibile e competitivo, ma non c’è piena accessibilità ai dati.
Nel Rapporto si sottolinea che i dati per la pianificazione e gli investimenti nella rete di trasmissione e distribuzione nazionale non sono facilmente disponibili o confrontabili. L’attuale ricerca copre infatti solo il 10%-15% di tutti gli investimenti nella rete elettrica nell’Unione europea.
Reti e colli di bottiglia
L’implementazione di progetti infrastrutturali energetici in Europa si scontra con diversi colli di bottiglia che ne rallentano l’avanzamento e mettono a rischio la transizione verso un sistema energetico decarbonizzato. Tra i principali ostacoli si possono individuare:
- lentezza del processo di autorizzazione: il processo di ottenimento dei permessi e delle approvazioni da parte delle autorità locali, regionali e nazionali è spesso lungo e complesso. Questo può essere dovuto a valutazioni ambientali approfondite, permessi per l’uso del suolo e conformità alle normative di sicurezza;
- scarsa prevedibilità dei tempi di implementazione: i promotori dei progetti spesso incontrano difficoltà nel prevedere con precisione la durata del processo di implementazione. La maggior parte dei progetti di interesse comune (PCI) ha aggiornato la data di messa in servizio prevista almeno una volta, principalmente a causa di ritardi nell’ottenimento dei permessi. Anche le procedure di gara e le azioni legali possono influire sulla pianificazione e causare ritardi;
- difficoltà nell’approvvigionamento di risorse e competenze: la costruzione di infrastrutture energetiche richiede manodopera specializzata, materiali specifici e attrezzature dedicate. La crescente competizione globale per queste risorse, unita alla limitata disponibilità di competenze, può comportare ritardi nei progetti e aumenti dei costi.
Le raccomandazioni dell’Acer
Il rapporto formula raccomandazioni per gli sviluppatori della rete (come i gestori dei sistemi di trasmissione (TSO) e i gestori dei sistemi di distribuzione (DSO)), le autorità di regolamentazione nazionali e le autorità dell’Unione europea e degli Stati membri per promuovere investimenti nella rete che rispondano alle esigenze, massimizzando i benefici e tenendo conto dell’accessibilità economica e della competitività.
Alcune raccomandazioni chiave includono:
- migliorare la pianificazione e l’attuazione dei progetti: gli sviluppatori della rete dovrebbero migliorare la coerenza e la robustezza dello sviluppo degli scenari e dell’identificazione delle esigenze, condotta a livello nazionale e regionale. Dovrebbero adottare un approccio più lungimirante alla pianificazione, anticipando le attività relative alle autorizzazioni per accelerare l’attuazione del progetto;
- concentrare gli investimenti sulle esigenze e sui benefici: gli investimenti nella rete dovrebbero essere guidati da una solida identificazione delle esigenze e da una valutazione quantitativa dei benefici del progetto. I responsabili politici dovrebbero integrare l’attuale identificazione del progetto dal basso verso l’alto con un meccanismo dall’alto verso il basso per proporre progetti guidati dalle esigenze regionali;
- garantire l’accessibilità economica e la competitività: le autorità di regolamentazione dovrebbero progettare tariffe di rete che riflettano i costi e incentivino gli utenti a ottimizzare l’uso della capacità di rete, riducendo al contempo la necessità di capacità aggiuntiva. Dovrebbero inoltre rendere più intelligenti i quadri di investimento per rendere le GET e altre alternative non cablate all’ampliamento tradizionale della rete più attraenti per i TSO e i DSO.