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I treni della transizione energetica negli USA: oltre l’obsolescenza delle reti

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La transizione energetica negli USA sta vivendo una fase particolare, nella misura in cui i progetti degli operatori hanno dimostrato potenzialità, pur al cospetto di reti spesso obsolete. Da qui, la necessità di procedere verso un grande piano di riammodernamento infrastrutturale, pur non mancando le sfide.

Il vettore delle ferrovie

Gli operatori delle energie rinnovabili, negli USA, si sono spesso confrontati con delle reti obsolete. A fronte della ritrovata centralità del nucleare, si è contestualmente pensato a come sfruttare il trasporto ferroviario, affinché sia un vettore per la trasmissione dell’energia solare ed eolica. Su quest’ultimo aspetto, ha scritto CleanTechnica. E in particolare, a proposito di una nuova modalità di stoccaggio.

In effetti, la start up SunTrain – in ossequio al principio e al motto del “rompere le barriere della trasmissione” – ha ribadito che le ferrovie sono un mercato dagli enormi margini di profitto. Un profitto sempre più indirizzato verso i paradigmi della ‘sostenibilità’. Negli USA, storicamente il trasporto su rotaia è sempre servito per movimentare le merci. Meno le persone, più indirizzate a muoversi sulle auto.

Non a caso, il Dipartimento dei Trasporti statunitense ha sottolineato: “La rete ferroviaria statunitense per il trasporto merci si estende per quasi 140.000 miglia. Questa è ampiamente considerata il sistema di trasporto merci più grande, più sicuro e più efficiente al Mondo”.

Le basi del progetto

Da qui, l’ottica di utilizzare dei convogli-batteria per stoccare e distribuire energia, rifunzionalizzando quelle particolari reti. Il tema è divenuto di interesse generale. Per altro, nel comparto delle nuove fonti di energia è cresciuta l’occupazione, con alcuni settori economici particolarmente virtuosi.

Come ha illustrato la stessa SunTrain, l’idea di base sarebbe quella di sfruttare la capacità ferroviaria inutilizzata, in parte conseguente al forte calo dell’uso del carbone. Dunque, anziché utilizzare lunghi treni pieni di carbone, l’azienda di San Francisco ha proposto di trasformarli in sistemi di accumulo di energia ad alta capacità.

Le lunghezze dei convogli resterebbero comunque invariate rispetto a quelle dei ‘carboniferi’. Ossia, sempre intorno ai 7000 piedi (circa 2133,6 metri). Inoltre, vi sarebbe la possibilità di integrare nel sistema le connessioni alla rete delle ex centrali elettriche a carbone.

Nel frattempo, si è già definita una fase successiva. Un treno da venti vagoni, collegato alla rete, per un totale di 384 Megawattora (MWh). Trasporterà l’energia rinnovabile da un’ex centrale elettrica a carbone a un altro ex sito carbonifero a 125 miglia di distanza (circa 201 chilometri), dove verrà immessa nella rete.

A riprova del valore del progetto per il ‘Sistema Paese’ statunitense, SunTrain ha citato uno studio del Dipartimento dell’Energia del 2023. All’interno di questa analisi si è sottolineato come Washington dovrà raddoppiare l’attuale rete elettrica entro il 2040. Solo così si potrà raggiungere la soglia dei 115.000 Gigawattora (GWh).

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