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Biometano in Italia, i ritardi e le sfide. I dati della school of management del Politecnico di Milano

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La produzione di biometano in Italia ha raggiunto 570 milioni di metri cubi, ma è ancora lontana dal target del PNIEC di 5,7 miliardi di metri cubi annui entro il 2030. Secondo l’Outlook Biometano 2024 del Politecnico di Milano, il settore soffre di ritardi dovuti a barriere normative, logistiche ed economiche, con impianti che rischiano di chiudere senza adeguati incentivi pubblici.

Il divario rispetto agli obiettivi PNIEC

Sebbene la produzione di biometano in Italia abbia raggiunto quota 570 milioni di metri cubi, siamo ancora molto lontani dalle soglie ottimali per sfruttare a pieno le potenzialità di questo carburante. La differenza con l’obiettivo fissato dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), che punta a  5,7 miliardi di metri cubi di produzione annua entro il 2030, evidenzia il ritardo significativo dell’Italia rispetto agli altri Paesi europei.

Stato attuale della produzione di biometano

Stando ai dati riportati dall’Outlook Biometano 2024, curato dal dipartimento Energy&Strategy del Politecnico di Milano, in Italia solo 4 aste su 5 sono state completate, e la capacità produttiva assegnata risulta nettamente inferiore al contingente disponibile. La situazione è aggravata dall’assenza di incentivi economici adeguati, che rendono molti impianti di biometano economicamente insostenibili senza sostegni pubblici.

Gli ostacoli da superare

Secondo gli esperti del Politecnico di Milano, senza nuove politiche di incentivazione e un chiaro piano di sviluppo a lungo termine, molti impianti rischiano di essere chiusi dopo 15 anni di attività. I principali ostacoli da affrontare per sfruttare appieno il potenziale del biometano, in base all’analisi fornita dal Politecnico sono essenzialmente tre:

  1. barriere normative: i regolamenti complessi rallentano lo sviluppo degli impianti;
  2. costi operativi: gli impianti non sono competitivi senza incentivi;
  3. difficoltà logistiche: problemi nella gestione e distribuzione delle risorse.

Tuttavia, anche a fronte delle suddette difficoltà, dall’Outlook 2024 emerge che il biometano continua a rappresentare una grande opportunità per l’Italia, sia in termini di riduzione delle emissioni di gas serra, che di sicurezza energetica (grazie alla differenziazione del mix esistente). Inoltre, si tratta di una fonte che, utilizzando scarti agricoli e rifiuti organici, valorizza le risorse locali in un’ ottica di economia circolare.

Per colmare il divario rispetto agli obiettivi del PNIEC e alle performance europee, è dunque fondamentale agire ora. Il biometano in Italia ha il potenziale per diventare un pilastro della transizione energetica, ma richiede un approccio strategico che superi le attuali barriere economiche e normative.

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