A differenza della fissione nucleare, la fusione non produce scorie radioattive. Il processo replica le reazioni che si verificano nel Sole e, pertanto, richiede temperature estremamente elevate. Per raffreddare il reattore sono utilizzati nuovi materiali e refrigeranti in metallo liquido, che però possono corrodere la struttura e mettere a repentaglio il suo funzionamento. Ricercatori giapponesi hanno impiegato le superleghe ODS. I risultati.
I nuovi record giapponesi nella fusione nucleare
I ricercatori dell’Institute of Science di Tokyo, in collaborazione con la Yokohama National University, il Nippon Nuclear Fuel Development e il National Institute for Fusion Science, hanno testato le leghe ODS (Oxide Dispersion Strengthened) con flusso di metallo liquido a 1112 °F (600 °C) per simulare un ambiente di fusione.
Le proprietà anticorrosive delle leghe dimostrate in questi test contribuiranno a migliorare la durabilità dei materiali dei reattori a fusione nucleare.
Si prevede che la fusione nucleare svolgerà un ruolo importante in questa transizione energetica, mentre il mondo lavora per eliminare gradualmente i combustibili fossili e passare a fonti di energia più pulite.
A differenza della fissione nucleare, la fusione non produce scorie radioattive. Il processo replica le reazioni che si verificano nel Sole e, pertanto, richiede temperature estremamente elevate.
Per raffreddare il reattore sono utilizzati nuovi materiali e refrigeranti in metallo liquido, che però possono corrodere la struttura e mettere a repentaglio il suo funzionamento.
La superlega ODS
Per questo la ricerca giapponese ha puntato sulle leghe rinforzate ODS, con piccole particelle di ossido disperse al loro interno.
Queste leghe hanno una resistenza migliore rispetto alle leghe normali perché l’incoerenza delle particelle di ossido determina una maggiore energia interfacciale e riduce la probabilità di dislocazione.
Le applicazioni estreme di ODS includono anche il rivestimento di veicoli spaziali durante il rientro sulla Terra.
Molte leghe ODS possono resistere a temperature fino a 1.000 gradi centigradi.
“Queste leghe potrebbero durare più a lungo in ambienti ad alta temperatura e ad alto stress“, ha affermato Masatoshi Kondo, professore associato presso Tokyo Science, secondo cui: “lo strato funge da scudo sostenibile che continua a proteggere i componenti del reattore anche dopo l’usura iniziale”.