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Eolico off-shore. Stop a 13 progetti in Svezia, un problema per la Difesa nazionale. Ecco perché

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Stoccolma ha rinunciato all’aggiunta di una capacità potenziale di 32 GW di energia elettrica eolica offshore per potenziare la capacità difensiva in caso di attacco militare. La paura dei russi è forte in Svezia e in tutto il Mar Baltico e le infrastrutture energetiche in mare aperto rappresentano un elemento di eccessiva vulnerabilità per la Difesa nazionale, oltre al disturbo che le turbine eoliche causano ai sistemi militari di monitoraggio.

I progetti fermati da Stoccolma

Il Governo di Stoccolma ha respinto 13 richieste di costruzione di parchi eolici offshore nel Mar Baltico per motivi di Difesa nazionale.

È quanto annunciato in un articolo pubblicato su Bloomberg. Gli impianti dovevano sorgere a sud del Mare di Åland, con una capacità potenziale di quasi 32 GW.

Tali infrastrutture, considerate strategiche a livello nazionale, potrebbero in questo momento storico rappresentare però delle vulnerabilità a cui la Svezia non vuole esporsi.

Nello specifico, questi alcuni dei progetti di eolico offshore respinti: Aurora da 5,5 GW di OX2, Neptunus da 3,1 GW, Pleione da 1 GW e Triton da 1,4 GW. Un altro sviluppatore, Eolus, ha visto rifiutati due dei suoi progetti: Arkona da 1,4 GW e Skibladner da 2,2 GW.

Il Governo svedese ha approvato un solo progetto, da realizzarsi sulla costa occidentale, sviluppato da una joint venture tra Vattenfall e Zephyr, dovrebbe esser terminato nel 2031 per generare circa 5,5 TWh di elettricità all’anno.

Interferenze dell’eolico nei tempi di risposta militare ad un attacco esterno

Secondo i media nazionali si tratterebbe di una decisione presa sulla base di uno studio condotto dalle forze armate svedesi.

L’eolico in mare, con le sue piattaforme e le infrastrutture per il trasporto dell’energia elettrica generata verso la terra ferma sono sostanzialmente dei bersagli troppo facili in caso di attacco, in caso di sabotaggio o danneggiamento si minerebbe seriamente l’indipendenza energetica del Paese.

Non solo, secondo i militari, le turbine eoliche andrebbero a disturbare i sistemi di rilevamento radar militari in tutta la regione. Tali strutture, secondo l’articolo, potrebbero limitare le operazioni di monitoraggio della regione, in particolare subacquee, riducendo della metà il tempo di reazione.

In caso di attacco, cioè, la risposta difensiva arriverebbe troppo tardi.

I russi di Kaliningrad e le minacce alle infrastrutture energetiche dei Paesi baltici (e non solo)

La guerra in Ucraina scatenata dall’invasione russa di due anni fa rappresenta sempre una minaccia serissima per molti Paesi dell’area baltica, tra cui certamente la Svezia.

L’enclave russa di Kaliningrad e a due passi dai confini svedesi.

Più in generale, sono aumentate le preoccupazioni relative alla rinnovata capacità di Mosca di condurre un attacco diffuso ai cavi sottomarini.

Un’indagine congiunta delle emittenti pubbliche di Svezia, Danimarca, Norvegia e Finlandia ha individuato almeno 50 presunte navi spia russe che operano nella regione, dove stanno effettuando ricerche sottomarine per individuare potenziali siti di sabotaggio.

La Nato sta organizzando riunioni con questi quattro Stati e altri intorno al Mar Baltico per proteggere i loro cavi sottomarini dagli attacchi.

I cavi sottomarini sono spessi cavi in fibra ottica che corrono lungo il fondo dell’oceano e rappresentano il 95 per cento delle connessioni Internet mondiali, secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) statunitense.

A inizio 2023, il capo dai servizi segreti svedesi (SAPO), Charlotte von Essen, dichiarava che la Russia avrebbe rappresentato una minaccia crescente per le infrastrutture critiche svedesi.

Minaccia per la società e l’economia svedese, ma non solo “Questi sono settori in cui gli attacchi contro la Svezia potrebbero causare danni anche al resto d’Europa”.

Von Essen inseriva tra gli obiettivi chiave il settore delle telecomunicazioni e la rete elettrica, suggerendo che le “attività russe che minacciano la sicurezza” contro questi settori strategici sarebbero probabilmente aumentate nel tempo.

Giornalista

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