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Nucleare, in Svezia ok a nuovo sito per rifiuti radioattivi. Li terrà al sicuro (teoricamente) per 100 mila anni

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Lo smaltimento finale del combustibile nucleare esausto è uno dei principali problemi che molti Paesi dotati di reattori dovranno affrontare nel breve periodo. Un processo lungo e costoso, che necessità di strutture all’avanguardia e che nonostante le rassicurazioni delle aziende specializzate non diradano i dubbi, i timori e le paure manifeste dei cittadini. Il caso della Svezia.

Un nuovo sito dove sarà stoccato il combustibile nucleare esausto

Stoccolma deve gestire un programma energetico nucleare nazionale che conta 12 reattori, ma solo 6 sono attualmente in funzione (gli altri sono chiusi dal 1989). C’è da gestire il solito problema dei rifiuti radioattivi, che vanno smaltiti in particolari strutture e di cui, comunque, non ci libereremo mai del tutto.

Un problema di sicurezza ambientale e di salute umana. La Land and Environment Court svedese ha autorizzato la costruzione nei pressi della cittadina di Forsmark, contea di Uppsala, di un nuovo sito di smaltimento di questi rifiuti. Un via libera atteso proprio in questi giorni.

La Sbk è l’azienda autorizzata a realizzare la struttura in questa località, che si trova a 130 km a Nord di Stoccolma, in prossimità di una centrale ancora attiva, tra la costa baltica del Paese e il Golfo di Botnia.

Qui dentro dovrebbe finire il combustibile nucleare esausto e l’obiettivo annunciato è tenerlo chiuso in sicurezza in questo nuovo sito, teoricamente, per almeno 100 mila anni.

Un lungo e costoso lavoro di costruzione

Non sarà una cosa semplice, però. Intanto, le operazioni di smaltimento dureranno all’incirca 70 anni.

Le barre di combustibile usato saranno inserite in contenitori di ghisa, che a loro volta saranno collocati in 2.800 silos di rame, interrati a 500 metri di profondità in cavità verticali, sigillate con tappi di bentonite, un tipo di argilla con scarsa permeabilità e alta flessibilità capace, secondo Sbk, di prevenire eventuali fuoriuscite.

Da qui la presenta tenuta a lungo termine (nell’ordine delle decine di migliaia di anni).

Svezia primo Paese al mondo a dotarsi di queste strutture, ma la gente non si fida

Per niente facile, come dicevamo, sia per la complessità dell’opera e i suoi costi esorbitanti (a cui si devono aggiungere quelli per la manutenzione), sia per i ricorsi legali che già si preannunciano numerosi a questa decisione.

Le persone che vivono nell’area sono infatti molto preoccupate, nessuno si fida delle aziende interessate a realizzare quest’opera e soprattutto tutti hanno paura di possibili perdite radioattive, che possono stravolgere la vita di milioni di persone irrimediabilmente. Una questione che a quanto pare noi italiani stiamo a dir poco sottovalutando.

La Svezia sarà il primo Paese, assieme alla Finlandia, a dotarsi di un’infrastruttura di smaltimento definitivo del combustibile nucleare esausto. La Francia seguire a breve, appena il progetto di Bure nel Nord-Est del Paese andrà oltre la fase di rilascio delle autorizzazioni del caso.

Giornalista

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