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E-mobility, opportunità per le FER della ricarica V2G. La Relazione ARERA

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Negli ultimi anni, il concetto di ricarica bidirezionale – Vehicle-to-Grid – dei veicoli elettrici, ossia la possibilità per i veicoli di restituire energia alla rete (oltre che di assorbirla), ha suscitato un crescente interesse, sia a livello internazionale che nazionale. Tuttavia, nonostante gli studi, le sperimentazioni e le iniziative normative, questa tecnologia non ha ancora raggiunto una diffusione su larga scala tale da avere un impatto tangibile sul sistema elettrico italiano. L’ultima relazione ARERA fornisce una fotografia dettagliata della situazione attuale. 

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Il Regolamento europeo

L’ARERA si è più volte occupata del tema della ricarica bidirezionale dei veicoli elettrici, un argomento poco noto e affidato con apposito Regolamento europeo AFIRAlternative fuels infrastructures regulation” all’Autorità di regolazione dell’energia di ogni Stato membro dell’Unione. L’ultima relazione, pubblicata lo scorso 17 ottobre, fa riferimento, in particolare, al contributo che questa tecnologia innovativa potrebbe offrire in termini di riduzione dei costi sia per l’utente, sia per il sistema, nonché di incremento della quota di energia elettrica rinnovabile nella rete elettrica. La possibilità per i veicoli di prendere e dare energia avrebbe, inoltre, un grande potenziale per la stabilità e l’efficienza del sistema energetico.

Che cos’è la ricarica bidirezionale

La ricarica dei veicoli elettrici può avvenire in due modalità principali di interazione con la rete elettrica: V1G e V2G. Nel sistema V1G, spiega ARERA, la ricarica è monodirezionale, con variazioni solo nell’intensità del flusso di energia, senza invertire la direzione. Questo tipo di ricarica può prolungare la vita della batteria del veicolo. Al contrario, la ricarica V2G – Vehicle-to-Grid – è bidirezionale, consentendo ai veicoli di restituire energia alla rete, potendo offrire servizi come bilanciamento e regolazione. Ovviamente, non tutte le infrastrutture e veicoli supportano entrambe le modalità e dall’analisi dell’ARERA, articolata in tre capitoli, emerge chiaramente come l’implementazione di tale tecnologia sia ancora un miraggio, soprattutto in Italia, dove occorrerebbero ulteriori sviluppi tecnici e normativi.

Vantaggi della ricarica bidirezionale

Come già detto, la ricarica bidirezionale consente ai veicoli elettrici di avere una nuova valenza, che si allontana dal concetto di mero mezzo di trasporto per avvicinarsi molto di più all’idea di “riserva di energia”. La doppia funzione di ricevere energia, ma anche di restituirla alla rete quando necessario, offre molteplici benefici sia per i privati che per il sistema elettrico nel suo complesso. Tra questi, i più evidenti secondo l’Autorità di Regolazione sono:

  • Supporto alla rete elettrica: i veicoli elettrici possono essere utilizzati come sistemi di accumulo mobile, immagazzinando energia durante i periodi di bassa domanda e restituendola durante i picchi di consumo. Ciò migliora la stabilità e l’affidabilità del sistema elettrico.
  • Ottimizzazione delle energie rinnovabili: l’energia prodotta da fonti rinnovabili, come il solare e l’eolico, può essere accumulata nelle batterie dei veicoli quando la produzione supera la domanda e successivamente utilizzata in momenti di maggiore richiesta, evitando sprechi.
  • Riduzione dei costi energetici: gli automobilisti elettrici possono ricaricare i veicoli nei momenti in cui l’energia costa meno e vendere quella accumulata durante i picchi di domanda, generando un guadagno aggiuntivo o riducendo i costi complessivi dell’energia.

Aspetti Economici e Sociali

Tra le implicazioni economiche e sociali che l’integrazione della ricarica bidirezionale porta con sé vi sono senza dubbio, si legge nella relazione, la riduzione degli investimenti pubblici in sistemi di accumulo stazionario, il potenziale risparmio dei privati e nuove opportunità di mercato. Nello specifico, ARERA sottolinea che utilizzare le batterie dei veicoli elettrici come riserve energetiche evita la necessità di investire in costosi sistemi di accumulo fissi, riducendo così anche l’occupazione di spazio pubblico. Per quel che concerne i privati, i proprietari di veicoli elettrici dotati di funzionalità bidirezionali possono beneficiare di risparmi energetici ammortizzando più velocemente l’investimento iniziale nell’acquisto del veicolo. Inoltre, non meno importante, la ricarica bidirezionale potrebbe stimolare la creazione di nuovi modelli di business, come l’offerta di servizi di bilanciamento della rete o la vendita dell’energia accumulata a terzi.

Le sfide

Nonostante i numerosi vantaggi, ci sono ancora sfide tecniche e normative che impediscono una diffusione su larga scala della ricarica bidirezionale. Prima tra tutte, quella riguardante l’inadeguatezza delle attuali infrastrutture. Non tutti i veicoli elettrici e le infrastrutture di ricarica sono attualmente in grado di supportare il V2G. Lo sviluppo di standard tecnici e la diffusione di stazioni di ricarica compatibili con la bidirezionalità sono fondamentali per rendere questa tecnologia ampiamente accessibile. Un’altra sfida consiste poi nell’impatto che la bidirezionalità può avere sulla batteria, riducendone la durata e, dunque, influenzando l’efficienza complessiva. Sarebbe, quindi, necessario sviluppare sistemi di gestione delle batterie in grado di ottimizzare questo processo senza compromettere la mobilità del veicolo. Infine, per sfruttare appieno il potenziale della ricarica bidirezionale, è essenziale che i proprietari di veicoli elettrici siano consapevoli dei benefici e dei limiti di queste tecnologie.

A che punto è la sperimentazione in Italia

In Italia, la sperimentazione sulla ricarica bidirezionale ha visto diverse iniziative significative negli ultimi anni. Tra le principali va annoverata quella deI laboratorio V2G di RSE a Milano, avviato nel 2020, che ha testato infrastrutture di ricarica bidirezionali e veicoli elettrici per fornire servizi alla rete, come bilanciamento e regolazione di frequenza. Anche Terna ha lanciato l’E-mobility Lab, un centro di test per valutare le prestazioni dei veicoli elettrici e delle colonnine di ricarica, inclusi prototipi bidirezionali. Inoltre, Areti ha pianificato l’apertura del “Smart Park” entro dicembre 2024, per sperimentare la tecnologia V2G con un impianto fotovoltaico e sistemi di accumulo energetico.

Il quadro normativo attuale

Nel 2020, il Governo italiano ha introdotto un decreto fondamentale per incentivare la diffusione delle applicazioni Vehicle-to-Grid (V2G) e per integrare i veicoli elettrici nella rete elettrica. Il provvedimento, adottato dal Ministro dello Sviluppo Economico, incarica l’Autorità di definire i requisiti minimi per l’abilitazione dei veicoli elettrici ai servizi di bilanciamento, di individuare specifiche tecniche per i dispositivi di misurazione e garantire la copertura dei costi di installazione necessari per l’interazione tra veicoli e rete. Il GSE dovrà invece fornire linee guida per informare i consumatori sulle implicazioni delle iniziative V2G.

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