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Cooperazione ambientale Italia-Ruanda: a Kigali € 2,4 mln per il monitoraggio climatico

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Il monitoraggio climatico del Ruanda potrà contare su 2,4 mln di Euro, frutto della cooperazione ambientale con l’Italia.

Cooperazione ambientale Italia-Ruanda

Il monitoraggio climatico del Ruanda potrà contare su 2,4 mln di Euro, come ambito d’intervento relativo alla cooperazione ambientale con l’Italia. Grazie al Rwanda Air Quality and Climate Change Monitoring, infatti, si potenzierà l’infrastruttura nazionale per il monitoraggio della qualità dell’aria. In secondo luogo, si rafforzeranno sia la capacità di raccolta che di analisi dei dati.

Il progetto sarà nevralgico per il Paese dell’Africa Orientale, a supporto di un servizio complesso, che – sulla base di valori medi mensili – tiene conto di temperature, precipitazioni e soleggiamenti. Questi dati fungeranno da base per elaborare politiche di mitigazione, di salute pubblica, insieme alla promozione azioni volte alla sensibilizzazione sul tema.

La definizione dei termini dell’accordo è avvenuta nell’ambito della terza riunione del Comitato Congiunto (JC). Una sede, quest’ultima, dove si raccordano le attività di sinergia tra il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e il Ministero dell’Ambiente ruandese (MoE).

Una sinergia di lungo periodo

A presiederlo, il responsabile della Direzione generale affari europei, internazionali e finanza sostenibile (AEIF), Alessandro Guerri, per il MASE. Per conto del Ruanda, c’era invece Faustin Munyazikwiye, Vice Direttore Generale della Rwanda Environment Management Authority (REMA). Un’agenzia governativa, con il mandato sulle questioni ambientali.

La cooperazione ambientale italo-ruandese è sorta nel 2016, grazie alla firma del Protocollo d’Intesa, che in questi anni è servito per deliberare altri due progetti. Rispettivamente, sull’adattamento delle aree rurali e per la difesa della biodiversità nell’area urbana della capitale Kigali. Entrambi ancora in corso, i due piani hanno richiesto l’impiego finanziario di 1,7 mln di Euro.

Le trasformazioni del Ruanda

Il Paese africano sta cambiando velocemente, in confronto al fatto che, nel 2020, meno del 5% della popolazione accedeva a sistemi puliti per cucinare e il 50% all’elettricità (dati IEA). Al 2022, sul totale delle forniture energetiche, l’87,5% derivava dalla valorizzazione energetica dei rifiuti e dai biocarburanti.

Tuttavia, il Ruanda ha anche mostrato buoni progressi, nella misura in cui c’è stata una crescita nell’accesso all’elettrificazione annuale di 3 punti percentuali. In prospettiva, l’obiettivo sarà quello di raggiungere il 100% di accesso all’elettricità, entro il 2030, puntando anche sulle rinnovabili. Sempre al 2022, infatti, il 50,4% dell’elettricità generata, derivava dall’idroelettrico.

Contestualmente, c’è stata l’approvazione di una serie di misure in ossequio all’Accordo di Parigi. Tra queste, l’aumento della capacità di assorbimento del carbonio attraverso pratiche di gestione forestale sostenibile. A partire da un più preciso monitoraggio del clima, ponendolo in raccordo con gli sviluppi energetici, il Ruanda potrà varare le politiche per affrontare le sfide del futuro.

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