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Rapporto Sud 2024. Fotovoltaico, dal Mezzogiorno il 35% della capacità totale installata

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Presentato il Rapporto Sud di Utilitalia e Svimez, che valuta gli impatti economici e occupazionali del settore delle utility (ambientale, idrico ed energetico) nelle regioni del Mezzogiorno. Questa quarta edizione, inoltre, contiene una valutazione sulle principali sfide che il comparto dovrà affrontare nei prossimi anni.

Il Rapporto Sud 2024 di SVIMEZ e Utilitalia

La dimensione economica delle utility meridionali è quantificabile nel 11,5 mld di euro (2023), circa il 24% del valore aggiunto realizzato dall’intero comparto italiano. Considerando il contributo offerto dalle imprese che operano sull’intera filiera delle utility, si sale a circa 16,1 miliardi: pari al 4,7% del PIL del Mezzogiorno.

Giunto alla quarta edizione, il “Rapporto Sud 2024” è un’indagine che Utilitalia redige sul settore delle utility nelle regioni meridionali con la collaborazione di SVIMEZ, valutandone gli impatti economici ed occupazionali.

La filiera delle utility e il potenziale delle rinnovabili

La filiera delle utility si contraddistingue nelle regioni del Sud Italia per una marcata vocazione industriale, con le imprese estrattive e manifatturiere che realizzano oltre il 52% del valore aggiunto complessivo.

Questo significa che le aziende di pubblica utilità occupano un posto di rilievo rispetto ai temi della crescita economica, dell’accessibilità ai servizi essenziali, rispetto al lavoro di contrasto e contenimento del cambiamento climatico e della cosiddetta sovranità energetica, cioè una progressiva maggiore autonomia dalle forniture estere di materie prime energetiche.

Per quel che riguarda le fonti energetiche rinnovabili, che giocano un ruolo centrale nel rafforzamento dell’autonomia energetica del Paese ed in particolare a livello regionale, il Sud registra ancora il maggior potenziale di produzione da solare ed eolico.

Il fotovoltaico

Nel fotovoltaico, le regioni del Mezzogiorno contribuiscono per circa il 35% della capacità totale installata.
Da ricordare che per raggiungere i target del Fit for 55, la capacità fotovoltaica addizionale (53,6 GW) prevista entro il 2030 si concentrerà per il 61% nel Mezzogiorno.

Diversi i suggerimenti per implementare il settore contenuti nel Report, tra cui:

  • l’integrazione verticale della filiera;
  • lo sviluppo di soluzioni integrate per offrire servizi innovativi;
  • l’incoraggiamento dell’autoproduzione;
  • il ricorso a investimenti in digital e tecnologie innovative.

La rete di imprese

Le utility – evidenzia Luca Bianchi, direttore generale della SVIMEZ – assumono un ruolo decisivo nel supportare i segnali di ripresa dell’economia meridionale, favorendo la trasformazione strutturale che i sistemi economici territoriali dovranno avviare per contrastare e vincere le sfide legate al cambiamento climatico e ai nuovi equilibri economici globali. Il rapporto fa emergere il ruolo effettivo e potenziale del settore delle utility nell’attivare e qualificare le connessioni economiche locali, attirare investimenti e migliorare i servizi per cittadini e imprese, in un’ottica evolutiva per cui è necessario partire dalle vocazioni produttive territoriali per sostenere i processi di sviluppo, ammodernamento e diversificazione”.

Nove utilities del Mezzogiorno hanno siglato, lo scorso luglio, il Contratto di Rete per dare vota alla Rete Sud.

Tramite questa iniziativa, le imprese associate a Utilitalia hanno deciso di fare squadra per migliorare i servizi offerti ai cittadini ed affrontare congiuntamente le principali sfide operative, finanziarie e regolatorie del momento.

Con questa iniziativa – spiega il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolinila Federazione ha voluto fornire un contributo concreto per un maggiore sviluppo dei servizi pubblici al Sud, che soffrono una eccessiva frammentazione e una ancora troppo diffusa presenza di gestioni in economia. Fare rete tra i gestori è un passo importante per rafforzare il sistema delle imprese dei servizi pubblici secondo una logica industriale, un percorso obbligato per migliorare i servizi forniti ai cittadini e per generare impatti positivi sull’occupazione e sull’indotto locale”.

Il sistema idrico

Un capitolo a parte è dedicato alle le vulnerabilità del sistema infrastrutturale idrico.

Per uscire dalle logiche emergenziali e rendere il settore più resiliente agli effetti dei cambiamenti climatici in corso, è necessario lavorare di più sui temi della governance e delle infrastrutture.

Come spiegato nel comunicato di Utilitalia, sono troppe le gestioni in capo agli enti locali nelle regioni del Sud Italia che, con una bassissima capacità di investimento (appena 11 euro per abitante nel 2022, contro una media nazionale di 70 euro), non consentono una rapida attuazione degli interventi necessari.

Si suggerisce dunque di incentivare la crescita orizzontale e verticale dei gestori, per migliorare la capacità gestionale anche attraverso il controllo degli enti di governo d’ambito.

Per assicurarsi una maggiore disponibilità idrica, bisogna poi ridurre drasticamente le perdite di rete, provvedere tempestivamente alla manutenzione degli invasi e puntare sulla differenziazione degli approvvigionamenti, incoraggiando anche la realizzazione di impianti di dissalazione e puntando sul riutilizzo delle acque reflue depurate.

Giornalista

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