La Chubu Electric Power, la terza più grande società elettrica del Giappone, concentrerà sempre più risorse sul nucleare, anche all’estero, con particolare attenzione ai piccoli reattori modulari (SMR).
Un mercato dai grandi margini
La ricerca e lo sviluppo in materia di energia nucleare hanno trovato nei piccoli reattori modulari (SMR) una possibile alternativa alle grandi centrali, paradigma applicativo studiato anche in Giappone. A maggior ragione, considerando che – al 2023 – l’8,5% dell’elettricità generata proprio dal nucleare derivava (dati IEA).
In una fase di ridefinizione della politica energetica nazionale, con la stretta relazione tra direttive pubbliche e capitale privato, l’impostazione nella programmazione in vista del futuro. Lo scenario di fondo, per altro, è quello di un Paese che ha un’economia imperniata sulla manifattura e sui servizi. Il quale, tuttavia, deve importare una buona parte delle fonti energetiche, a partire dal gas naturale.
I reattori di nuova generazione, dunque, porterebbero un beneficio notevole. Su questo aspetto si è concentrata la Chubu Electric Power, terza maggiore società elettrica giapponese. L’azienda, infatti, ha negli ultimi due anni strutturato la propria formula di investimenti, in funzione del 2030, prevedendo di muoversi anche in mercati esteri.
I dettagli
Secondo quanto riportato dalla Reuters, la Chubu Electric Power agirà in linea con le modalità operative sulla transizione energetica e la decarbonizzazione. Da qui, l’idea di promuovere la ricerca di plurime quote di mercato, anche in Europa, dato che possiede il 20% dell’olandese Eneco.
In termini prettamente economico-finanziari, la spesa in attività all’estero si attesterà sui 400 mld di Yen (2,7 mld di Dollari) per la fine del decennio. L’obiettivo sarà generare profitti ricorrenti per 20 mld di Yen proprio entro il 2030.
Non sarà certamente semplice, nella misura in cui il nucleare rischia di perdere competitività rispetto alle rinnovabili. Tant’è che nel portafoglio della Chubu, sono entrate anche la geotermia e lo stoccaggio dell’anidride carbonica (CO₂). Al netto di tali previsioni, gli esempi di Amazon e di Google hanno segnato una nuova via.
Per questo, al cospetto delle tante partecipazioni che la Chubu ha stabilito in diversi attori produttivi (dalla BP per lo stoccaggio, alla NuScale Power) gli SMR continueranno ad essere nevralgici. Lo ha ribadito lo stesso Hiroki Sato, responsabile esecutivo della società.