L’intelligenza artificiale sta trasformando il modo in cui le aziende lavorano, anche nei processi interni. Stefano Ciurli, Responsabile Global Services di Enel, ha spiegato come la società ha integrato tale tecnologia e in che modo questa è stata identificata come processo IT e inserita in un processo di governance di data protection. Enel ad oggi ha sviluppato 250 applicativi nell’ambito AI di tipo tradizionale e ne sta sviluppando altri nell’ambito dell’AI generativa. Le iniziative dell’azienda per la formazione dedicata all’AI.
La necessità delle aziende di evolversi e trasformarsi
“Dobbiamo avere come azienda un’attitudine trasformativa, perché l’azienda deve risolvere problemi. A livello mondiale, abbiamo oggi 5,4 miliardi di utenti di internet che navigano e sfruttano servizi per 6,5 ore al giorno, oppure mercato ecommerce che vale ormai 5,8 trilioni di dollari, di cui il 90% generati sugli smartphone, e ovviamente il numero di data center continua a crescere costantemente. Noi come Enel gestiamo 81 beta di dati, in crescita ogni anno del 20%, quindi un mondo dinamico e se guardiamo le competenze, e tutti soffriamo di gap di competenze, il 40% delle skill verrà impattato nei prossimi cinque anni proprio dall’innovazione tecnologica, quindi c’è la necessità di evolversi e trasformarsi”, ha dichiarato Stefano Ciurli, Responsabile Global Services di Enel, in occasione di ComoLake 2024.
AI e regole, il modello di ENEL
Parlando dell’esperienza accumulata dall’azienda, Ciurli ha spiegato che Enel si è concentrata particolarmente su alcuni principi importanti: “Il primo, abbiamo identificato le AI come un processo IT, quindi nell’azienda l’AI non è un qualcosa di nuovo che sfugge alle regole, ma si inserisce nel normale processo di governance di data protection, di regole IT. Abbiamo però sviluppato qualcosa in più, un comitato AI che precede i temi della governance previsti dalle legislazioni europee. Ci siamo dotati di 250 applicativi nell’ambito AI di tipo tradizionale e ne siamo sviluppando altri nell’ambito dell’AI generativa. Abbiamo lavorato prevalentemente su diversi concetti, tra cui la produttività personale e i processi, ampliando quelle che sono le tematiche di sviluppo della produttività, la digital productivity, dobbiamo capire come valorizzarla, dobbiamo capire come valutare in anticipo gli investimenti che sono necessari, perché non è così sempre chiaro che un aumento di produttività produca dei benefici. Abbiamo lavorato molto sulle persone, perché la chiave del successo delle nuove tecnologie passa sempre attraverso l’elemento umano”.
Formazione continua un asset
“La prossima settimana partirà in azienda una campagna dedicato a 60.000 colleghi nel mondo, che vede accademici umanisti e accademici scientifici, che insieme discuteranno sui temi dell’intelligenza artificiale per permettere a tutti i colleghi del mondo di acquisire un background che spesso non è comune. Abbiamo creato una funzione che vuole accompagnare le persone nella formazione continua sui temi tecnologici, ma anche cercando di internalizzare delle attività che oggi sono all’esterno dell’azienda e quindi accompagnando questo processo”, ha proseguito Ciurli.
“Abbiamo lavorato con tutti i maggiori player per cercare di sviluppare quelle che sono le attitudini principali e ci siamo impadroniti di alcuni concetti. Il primo, che a nostro avviso è necessario lavorare su quelli che sono processi end-to-end, quindi non più focalizzarsi su piccoli verticali, da sviluppare con strumenti e tecnologie di intelligenza artificiale. Il secondo, che ci vede lavorare su un concetto che abbiamo chiamato di lego-bricks, laddove ci impadroniamo di una tecnologia cerchiamo di applicarla in tutti i processi aziendali. Questo riteniamo sia un modo e un modello con cui migliorare le aspettative. Ovviamente – ha concluso Ciurli – è importante sviluppare quella attitudine trasformativa di cui parlavamo e avere un confronto continuo e di valore con istituzioni, aziende e player di mercato”.