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Fotovoltaico, stop alle detrazioni a fine 2024? I rischi e le nuove proposte

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Mentre il Governo, alle prese con la prossima legge di bilancio, valuta la possibilità di lasciare invariata la detrazione al 50% applicata all’acquisto di impianti fotovoltaici (invece di portarla al 36% come attualmente previsto), Soly fa il punto della situazione e sollecita gli incentivi al 65%.

La scadenza delle detrazioni fiscali

Con l’avvicinarsi della fine dell’anno si approssima anche la scadenza delle detrazioni fiscali del 50% applicate all’acquisto di impianti fotovoltaici. Prevista dall’articolo 16-bis sulle ristrutturazioni, la misura ha giocato un ruolo cruciale nel promuovere la crescita del settore in Italia, che adesso potrebbe trovarsi di fronte a un bivio importante. Da normativa vigente, infatti, dal 1° gennaio 2025, il bonus ristrutturazioni passerà dal 50% al 36%, con una detrazione Irpef ripartita in 10 quote annuali di pari importo e un limite massimo di 48mila euro agevolabili per ciascuna unità immobiliare.

I rischi

Secondo le stime di ANIE Rinnovabili, senza gli incentivi fiscali, il tasso di adozione di nuovi impianti potrebbe calare del 30%, con impatti negativi anche sul raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del Paese. I dati dimostrano come ogni kWh di energia prodotta da fonti solari elimini circa 400 grammi di CO2: solo nel 2023, l’energia solare ha evitato l’immissione di 15 milioni di tonnellate di CO2 in atmosfera.

Detrazione al 65% farebbe da traino anche a pompe di calore

Tra le aziende che stanno sondando i possibili scenari futuri, facendo un bilancio dei ritorni positivi che tali politiche hanno avuto, c’è anche la Soly, clean energy tech company olandese, ma operativa anche in Italia. La compagnia evidenzia rischi ed opportunità derivanti dalla riduzione delle agevolazioni, soffermandosi sulla possibilità di stimolare ulteriormente il mercato attraverso un allineamento a una detrazione sul fotovoltaico pari al 65%, in grado di fare da traino anche a pompe di calore e Comunità Energetiche Rinnovabili .

Volendo fare un’analisi di contesto, è evidente che le detrazioni fiscali del 50% previste per legge hanno rappresentato una leva fondamentale per la crescita del fotovoltaico in Italia, contribuendo a rendere accessibile la transizione energetica a un numero sempre maggiore di famiglie e imprese. Quello che ci auguriamo, con una punta di ottimismo, è che il Governo opti per rinnovare questi incentivi e che prenda in considerazione di elevarli al 65% per le soluzioni a energia rinnovabile: questa scelta, infatti, potrebbe mantenere, se non amplificare, lo slancio attuale, con benefici significativi sia sul piano economico che ambientale. La transizione energetica è una sfida globale, ma è attraverso scelte locali e politiche lungimiranti che possiamo fare la differenza”, ha commentato Matteo Artero, Country Manager Italia di Soly.

Il contesto italiano

Negli ultimi anni, il mercato del fotovoltaico in Italia ha conosciuto un vero e proprio boom, complici non solo una maggiore sensibilità generale verso la dimensione della sostenibilità, ma anche proprio il sistema di detrazioni fiscali. Secondo i dati del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), alla fine del 2022 la potenza fotovoltaica installata ha superato i 25 GW, con un incremento di oltre il 20% rispetto all’anno precedente. L’Italia si colloca tra i leader europei nel campo dell’energia solare, con circa 1,4 milioni di impianti fotovoltaici residenziali installati su tutto il territorio nazionale: la maggior parte di questi impianti è di piccola e media taglia, il che conferma come le famiglie italiane abbiano risposto positivamente agli incentivi per l’autoproduzione energetica.

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