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Auto elettriche, anticipare la revisione del Green Deal al 2025

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In seguito alla crisi del settore automobilistico europeo, la Commissione europea valuta la richiesta degli eurodeputati di anticipare di un anno la revisione degli obiettivi sullo stop ai motori a diesel e benzina nel 2035. Intanto la Cina annuncia dazi sull’importazione di auto di grossa cilindrata.

La crisi del settore automobilistico (europeo)

Dovrebbe essere un ‘quadro chiaro’ quello che gli eurodeputati hanno definito ieri pomeriggio in merito alla crisi del settore automobilistico Ue. All’ordine del giorno la necessità di migliorare la competitività, per evitare le potenziali chiusure di stabilimenti e per mantenere i posti di lavoro finora garantiti.

Entro il 2035 infatti tutti i nuovi veicoli realizzati nell’Unione europea dovranno essere elettrici e nel triennio 2020-2023 la quota di auto elettriche a batteria è quasi triplicata in Ue, ma la maggior parte delle aziende automobilistiche europee non è riuscita a rimodellare la propria industria a causa dell’elevato costo delle batterie.
Lo dimostra un dato tra tutti: solo 1 dei 15 principali veicoli elettrici a batteria del mondo viene prodotto in Unione europea.

Secondo quanto riporta l’Ansa, durante la plenaria, Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea, ha dichiarato che “l’Europa dovrebbe continuare a svolgere un ruolo leader a livello mondiale nel settore automobilistico”.

È un settore in profonda trasformazione ed è fondamentale un adeguamento delle aziende europee, rimaste indietro in tema di innovazione dei veicoli elettrici.

Anticipare la revisione degli obiettivi Ue al 2025

Anticipare dal 2026 al 2025 la revisione degli obiettivi Ue sullo stop ai motori a diesel e benzina nel 2035 sembra una certezza e l’unica opzione per dare più tempo alle industrie per adeguarsi.

Rivedere il regolamento e rivalutare tempi e condizioni necessari per ridurre le emissioni di CO2 delle nuove autovetture e dei veicoli commerciali leggeri potrebbe essere la soluzione per risollevare le sorti dell’automotive europeo, affiancata alla misura dei dazi imposta alle BEV cinesi.

Eppure, secondo il rapporto Draghi, per evitare le chiusure di stabilimenti aziendali – annunciate negli ultimi mesi – servono investimenti in una reale elettrificazione.

La Cina e i dazi in import ex export

Le principali tendenze che stanno rimodellando l’industria automobilistica fanno emergere la Cina come principale importatore di veicoli elettrici europei (l’aumento è stato del 40% dal 2022 al 2023). La Repubblica Popolare padroneggia anche la produzione di quasi tutte le materie prime e i componenti (batterie in primis) utilizzati per realizzare veicoli elettrici.

Il 4 ottobre 2023, la Commissione europea ha avviato indagini antisovvenzioni sulle importazioni di veicoli elettrici a batteria dalla Cina, perché sovvenzionate dallo Stato. I dazi compensativi provvisori sono entrati in vigore il 5 luglio 2024. Le misure definitive dovrebbero entrare in vigore il 30 ottobre e avere la durata di 5 anni.

In risposta ai dazi sulle BEV, qualche mese fa la Cina ha dichiarato una maggiore tassazione sui prodotti lattiero caseari importati dall’Ue e, proprio ieri, nuove imposte sulle importazioni di auto di grossa cilindrata e di brandy provenienti dall’Europa.

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