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22 mld £ per la cattura del carbonio: in UK, successo per l’industria del fossile

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In UK, la pressione delle industrie del fossile ha spinto il Governo a concedere 22 mld £ per sussidiare diversi progetti di cattura e stoccaggio del diossido di carbonio.

Un successo del fossile

Il Governo dello UK ha deliberato un piano da 22 mld di Sterline (£) – nell’arco di 25 anni – per sussidiare diversi progetti di cattura e stoccaggio del diossido di carbonio. La decisione è arrivata in seguito all’assidua concertazione tra l’esecutivo britannico e importanti aziende del settore, come ha scritto il Guardian.

Negli ultimi mesi, in effetti, alcuni ‘giganti’ del gas e del petrolio – quali Equinor, BP ed ExxonMobil – hanno presenziato ad almeno 24 dei 44 incontri ministeriali esterni. Oggetto del confronto: la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS) nel 2023. Tali partecipazioni agli incontri sono cresciute rispetto al periodo 2020-2022, quando non avevano superato le 710 per anno.

Al contempo, gli ambientalisti hanno espresso una grande preoccupazione. Secondo loro, infatti, gli investimenti sullo stoccaggio sarebbero promossi in qualità di alternativa al mancato taglio delle emissioni. Una volontà che si rispecchierebbe nella posizione delle industrie del fossile, pienamente interessate a rafforzare le proprie quote di mercato, ottenendo nuove licenze estrattive.

Concertazione e moderazione

L’idea di fondo è quella di raggiungere gli obiettivi sulla neutralità climatica – senza stravolgimenti radicali – modulandoli nel corso dei lustri. In questi termini, il Governo presieduto da Keir Starmer ha operato in continuità con il precedente esecutivo. Nel Marzo 2023, gli stanziamenti avevano infatti raggiunto quota 20 mld di Sterline.

L’ottica è non scontentare nessuno. A partire dai consumatori, nei confronti dei quali si è promossa l’idea che tali investimenti – insieme alla progettazione di nuove centrali a gas – servano a contenere gli aumenti dell’energia. L’attività dei gruppi di interesse legati al fossile, invece, ha portato ad altri stanziamento pubblici, fondamentali per legittimarne l’implementazione.

Uno scenario globale

Al netto delle specificità britanniche, è l’intero scenario globale a trovarsi in continua evoluzione. Nonostante la richiesta di accelerare il percorso di decarbonizzazione – e le deliberazioni in materia – il petrolio, ma soprattutto il gas naturale sono rimasti centrali. Oppure si pensi al carbone, che rappresenta ancora oggi il 26% circa dei consumi energetici mondiali.

Per questo, il tema della cattura, dello stoccaggio e della vendità delle quote di anidride carbonica (CO2) di origine antropica ha assunto una grande rilevanza politica. Rilevanza che – visti i presupposti – non potrà che aumentare nei prossimi lustri.

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