Tra il 2027 e il 2033 ci sarà un picco di rifiuti provenienti dallo smantellamento di pannelli solari, rotori eolici e batterie. Dove andranno a finire? Lo studio pubblicato dalla Native Strategy evidenzia l’urgenza di trovare soluzioni di business alternative alle comuni discariche.
Tonnellate di scarti complessi
Il tema del riciclo e dello smaltimento dei materiali provenienti dagli impianti rinnovabili diviene sempre più imperante con l’avanzare della transizione energetica. La tendenza, per il momento, è quella di buttare il cuore oltre l’ostacolo, ma prima o poi bisognerà fare i conti con tonnellate di scarti complessi e dunque difficili da riciclare.
Secondo l’ultimo studio pubblicato su questo topic, pubblicato dalla Native Strategy e ripreso dal Sole24 ore, tra il 2027 e il 2033 ci sarà un picco di rifiuti provenienti dallo smantellamento di pannelli solari, rotori eolici e batterie. I dati parlano chiaro: 1000 tonnellate nel 2025 e più di 6 milioni di tonnellate entro il 2050.
Impianti ormai obsoleti
Il Report della società di consulenza internazionale, intitolato “Energie rinnovabili e mobilità elettrica: opportunità di investimento nella catena del valore del riciclo di rifiuti emergenti”, mette in luce la situazione che verrà a crearsi da qui a qualche anno, quando, ad esempio, gli impianti fotovoltaici installati tra il 2010 e il 2013, grazie agli incentivi pubblici, saranno ormai obsoleti. Tendenza analoga avranno gli aerogeneratori, anch’essi giunti quasi alla fine del ciclo operativo della prima generazione.
Soluzioni di business alternative
Posta dinanzi all’urgenza di sviluppare soluzioni di business alternative alle comuni discariche, inappropriate per questo genere di rifiuti, l’Europa si sta muovendo in direzione di tecnologie in grado di gestire efficacemente e in modo sostenibile questi processi. Inoltre, il riutilizzo è una via tanto più urgente se si considera che la domanda di materiali come litio, cobalto, manganese, nichel e grafite crescerà del 500% entro il 2050.
Le opportunità per l’Italia
«Siamo davanti ad una fase critica, ma anche di opportunità per l’Italia, in quanto nei prossimi anni avremo la necessità di smaltire in modo sostenibile molte tecnologie di energie rinnovabili e batterie giunte a fine vita. Con la crescita della capacità installata di impianti fotovoltaici ed eolici, e l’aumento previsto delle batterie a fine vita, sarà cruciale sviluppare e adottare tecnologie avanzate che permettano di gestire efficacemente questi processi», ha commentato al Sole 24 Ore Paola Leoni, Ceo di Native Strategy. «I forti investimenti in energie rinnovabili genereranno già nei prossimi 10 anni milioni di tonnellate di rifiuti ad alto valore, offrendo la possibilità di recupero di materiali strategici e rari. Ad oggi la filiera italiana mostra ampi spazi di mercato per player istituzionali e privati favorendo aggregazioni, partnership e la messa a terra di nuove soluzioni di recupero abilitate dai progressi tecnologici», ha aggiunto Davide Bertelli, director Native Strategy responsabile dello studio.