Alla Camera in questi giorni si discute di nuovo nucleare e di regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Topic complementari? Per niente secondo attori come GreenPeace, che puntano il dito sulla proposta di decreto legislativo FER accusandolo di tentato ostruzionismo legalizzato alla transizione energetica.
Nucleare vs FER
Mentre alla Camera si vaneggia di nucleare, discutendo sul contributo che quest’ultimo è effettivamente in grado di dare al settore industriale, nonostante tutti i dubbi relativi all’approvvigionamento dell’uranio e delle materie prime critiche necessarie alla realizzazione delle suddette tecnologie, in Commissione Ambiente continuano le audizioni sul tanto atteso quanto discusso, decreto legislativo FER, recante disciplina in materia di regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Il parere di GreenPeace
Il nuovo scenario energetico che si sta delineando in Italia, supportato dalla maggioranza di Governo, tende a sottovalutare il potenziale rinnovabile del Paese. È il succo del discorso presentato da GreenPeace ai deputati italiani, in cui si evidenzia come le proposte oggi in campo rischino di frenare lo sviluppo su larga scala di tecnologie come solare e eolico, le uniche fonti energetiche in grado di dare risposte in tempi rapidi sia alla crisi climatica sia al caro-energia.
Nuovi colli di bottiglia
L’Associazione ha riportato alla Camera il proprio parere in merito ai “colli di bottiglia” burocratici innescati da quello che è stato dapprima presentato come un Testo Unico risolutivo sugli iter autorizzativi per gli impianti rinnovabili, ma che successivamente si è dimostrato un ulteriore ostacolo per il settore.
“Il governo segue una linea di difesa degli interessi fossili, proteggendo il ruolo del gas e del settore estrattivo (Eni in primis), fonte fossile che è una parte del problema climatico oltre che la vera causa del caro-energia” si legge nel documento sottoscritto da Simona Abbate, Climate & energy campaigner di GreenPeace.
Qualche dato sulle fonti di energia rinnovabile
Negli ultimi anni si è assistito alla ripartenza nelle richieste di installazioni di FER, ed è in crescita il numero di progetti che richiede procedure di autorizzazione. Le richieste annue alle autorità competenti sono aumentate da poco oltre 200 progetti del 2021 ai 640 del 2022, a quasi 700 nel 2023. Le rinnovabili in Italia sono arrivate quasi a 67 GW a fine 2023 con una buona accelerazione negli ultimi due anni. L’obiettivo PNIEC 2030 è di 131 GW, il che significa che, agli attuali ritmi installativi annui, sarebbero necessari 9,1 GW/anno. Tenuto conto anche della previsione fino a 8 GW/anno dei primi mesi del 2024, di questo passo non si centrerebbe l’obiettivo. Secondo lo Scenario Althesys-Ecco, che dimostra la possibilità di produrre il 100% di elettricità da fonti rinnovabili entro il 2035, serve un cambio di passo decisivo rispetto alle installazioni attuali annue di impianti di generazione elettrica rinnovabile (circa 8 volte di più), per arrivare al 2035 a circa 250 GW di capacità installata (circa 160 nel 2030), per quasi 450 TWh di produzione nazionale (quasi 350 nel 2030).
Perché la proposta peggiora il quadro normativo vigente
Greenpeace mette in luce l’importanza delle procedure in questo contesto, importanti sia per la tutela del territorio, sia per le comunità. L’accusa al decreto in questione fa riferimento in particolare all’ “ostruzionismo legalizzato” che il medesimo farebbe alla transizione energetica, a danno di vite, natura, biodiversità, salute e sopravvivenza.
Più nel dettaglio, i motivi per cui la proposta peggiora il quadro normativo vigente sono i seguenti:
● La normativa nazionale attualmente in vigore consente il repowering di impianti rinnovabili già installati, che avevano quindi già ottenuto una autorizzazione, senza ulteriori autorizzazioni, anche in presenza di vincoli paesaggistici, mentre la bozza di Decreto prevede che anche per questi progetti si debba chiedere una nuova autorizzazione.
● Per i progetti che rientrano nelle attività di edilizia libera, la bozza di Decreto introduce la necessità di ottenere l’autorizzazione.
● Non è stata colta l’opportunità per avviare il necessario coordinamento del regime autorizzativo e concessorio per gli impianti idroelettrici, con la precisazione che la disciplina non si applichi ai rinnovi delle grandi derivazioni.
● Manca completamente una disciplina transitoria per tutti i procedimenti avviati alla data di entrata il vigore del decreto, che chiarisca che la nuova disciplina non si applicherà ai procedimenti già in corso.
La questione sarda
GreenPeace fa poi riferimento alla questione sarda, definendolo “un paradosso che non possiamo ignorare”. Da un lato, l’isola si oppone strenuamente all’installazione di impianti rinnovabili, come quelli eolici e fotovoltaici, bloccando progetti che potrebbero contribuire a risolvere la crisi climatica. Dall’altro, non solo prolunga la vita delle centrali a carbone, ma le stesse istituzioni regionali chiedono lo stato di emergenza per la siccità che colpisce duramente il territorio, una delle conseguenze più evidenti del cambiamento climatico. Un contrasto che non fa altro che rallentare la transizione energetica, a scapito sia delle comunità locali che dell’ambiente.