Entro il 2025, sarà completato il progetto IRIS che, grazie alla sinergia tra l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e l’ASG Superconductors SpA, porterà alla realizzazione di un nuovo cavo superconduttivo da 1 Gigawatt (GW).
Nuovi sviluppi dell’elettrificazione
Nel 2025 dovrebbe essere completato il cavo IRIS, innovativo riferimento dell’elettrificazione, grazie all’impegno congiunto dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e dell’ASG Superconductors SpA.
Finanziato con i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza-NextGenerationEU, il progetto porterà alla realizzazione di un cavo superconduttivo da 1 Gigawatt (GW), lungo 130 metri e dal valore di oltre 12 mln di Euro.
Alla direzione dell’INFN e alla progettazione dell’ASG, si sono affiancati diversi collaboratori, tra il CNR-SPIN e diverse università. Tra queste, la Statale di Milano, quella di Genova, la Federico II di Napoli, quella del Salento e l’Università di Salerno. Proprio a Salerno avverrà il collaudo. Nello specifico, presso la Test Facility for Large Magnets and Superconducting Lines.
Caratteristiche
Dal punto di vista ‘tecnico’, l’obiettivo è stato quello di mettere a punto una tecnologia che fosse la più performante nel suo genere. Rispetto ai conduttori convenzionali, la specifica è infatti in grado di lavorare a temperature più elevate, oltreché ad un più alto campo magnetico.
In quest’ottica, IRIS consentirà il trasporto dell’energia senza dispersioni e con una ridotta impronta ecologica. Sostenibilità ed efficienza, dunque, in ossequio alle esigenze dei mercati. Del resto, uno dei capisaldi della transizione ‘verde’ è l’elettrificazione.
Per realizzare un prodotto che al tempo stesso sia prestazionale e competitivo – in previsione di un suo utilizzo a livello nazionale – si è utilizzato un materiale assolutamento innovativo: il di-boruro di magnesio (MgB2). Questo perché – oltre all’ambito energetico – il cavo sarà impiegato per costruire i magneti degli acceleratori di particelle di prossima generazione.
Scenari futuri
Limitatamente al settore energetico, la tecnolgia del progetto IRIS condurrebbe ad un risparmio delle emissioni nette. Lo stesso INFN ha effettuato dei calcoli, ipotizzando una linea superconduttiva di 1000 chilometri, con una potenza di 3 GW (pari all’incirca al 5% della produzione termoelettrica in Italia). Ebbene, si arriverebbero a tagliare 150.000 tonnellate di anidride carbonica (CO2) all’anno.
Si potrebbero poi azzerare le emissioni elettromagnetiche e il riscaldamento del suolo, minimizzando gli ingombri necessari alla posa delle linee aeree o dei cavi convenzionali. In questo caso, oltre agli effetti benefici per l’ambiente, si ridurrebbero in maniera significativa i costi di realizzazione e gestione.
Non ultima, la piena compatibilità con la filiera dell’immagazzinamento dell’idrogeno liquido. La temperatura di esercizio è infatti la medesima. Dunque, l’intera infrastruttura sarà efficiente sia per lo spazio occupato, sia in termini di costi di raffreddamento.
Con IRIS si sta costituendo una nuova cifra per interconnettere settori produttivi e di ricerca di ultima generazione. Il passaggio successivo, a fronte di una riuscita dei collaudi, sarà sostenere quelle filiere che possano generare, potenzialmente, un nuovo volano per l’economia nazionale.