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Fusione laser senza neutroni, dal 1 al 3 Ottobre la conferenza internazionale

11isotopi nucleari
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É iniziata la quarta edizione dell’International Workshop on Proton Boron Fusion, la più importante conferenza a livello mondiale organizzata dall’ENEA nel campo della ricerca sulla fusione inerziale che avviene tra un protone e un atomo di boro, senza emissione di neutroni.

International Workshop on Proton Boron Fusion

Al via a Frascati la quarta edizione dell’International Workshop on Proton Boron Fusion, la conferenza più importante a livello mondiale nel campo della ricerca sulla fusione inerziale innescata da laser che avviene tra un protone e un atomo di boro, senza l’emissione di neutroni. Fino al 3 ottobre ENEA riunisce i rappresentanti della comunità scientifica e accademica mondiale per un confronto sui notevoli progressi relativi alle reazioni di fusione innescate da laser, sulle sfide tecnologiche attuali e sui potenziali passi futuri da compiere in questo campo, anche per individuare nuovi potenziali percorsi di finanziamento.

Il percorso verso la fusione nucleare

In sostanza, il percorso principale verso la fusione nucleare si basa sulla reazione tra i nuclei di deuterio (D) e trizio (T) – isotopi dell’idrogeno – da cui si ottiene un nucleo di elio (particella alfa) e un neutrone, un processo che non produce in sé rifiuti radioattivi ad alta attività ma i cui neutroni’ ‘attivano’ le strutture interne della macchina e necessitano di grandi strutture di schermaggio. Cosa che invece non succede nella reazione tra un protone, particella elementare del nucleo atomico, e un nucleo di boro (p-11B), elemento largamente presente sulla terra: dalla loro fusione si ottengono infatti solo tre particelle alfa (nuclei di elio) che non producono ‘attivazione’ e non pongono quindi problemi di manipolazione e schermaggio della reazione DT. Inoltre, questi reagenti sono molto abbondanti in natura, diffusi ovunque, particolarmente economici e stabili, a differenza del trizio della reazione DT che invece è radioattivo.

Possibili applicazioni in campo energetico

Uno dei limiti della reazione p-11B è la temperatura di innesco che è molto più alta di quella del DT, ponendo maggiori difficoltà al suo sfruttamento in processi per la produzione di energia”, ha evidenziato Fabrizio Consoli, chair della conferenza e responsabile del Laboratorio ENEA di Fusione inerziale, plasmi ed esperimenti interdisciplinari. “Tuttavia, negli ultimi vent’anni, i notevoli progressi negli schemi implementati nei laser, nei materiali e nelle diagnostiche impiegate, hanno consentito di ottenere un grande incremento nel numero di reazioni prodotte e sono in corso esperimenti per esplorare in dettaglio la possibilità di innalzarne l’efficienza, sia per fini energetici che per altre applicazioni, quali quelle mediche”.

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