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AICS a L’Avana in sostegno della transizione agro-ecologica e energetica di Cuba

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L’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS) ha lanciato ilPrograma para la transición ecológica hacia municipios sostenibles en Cuba, iniziativa di Cooperazione Delegata in sostegno della locale transizione ‘verde’.

Cooperazione ‘verde’

A Cuba, la transizione energetica si appresta ad entrare in una nuova fase, grazie al supporto e al coordinamento dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS). A L’Avana (la capitale dello Stato caraibico), è stato infatti lanciato il “Programa para la transición ecológica hacia municipios sostenibles en Cuba“.

Si tratta di un’iniziativa di Cooperazione Delegata che – attraverso la sinergia di vari attori – coinvolgerà otto municipi cubani. L’obiettivo sarà quello di creare un ambiente propizio per favorire – in relazione alle esigenze locali – una sostenibile transizione agro-ecologica e energetica.

Il progetto durerà 72 mesi e conterà su una dotazione finanziaria di 31 mln di Euro da parte dell’Unione Europea. Previsto, inoltre, un cofinanziamento di 1,7 mln dall’AICS. L’Agenzia stessa sarà responsabile del supporto tecnico, del coordinamento, della gestione delle risorse e dell’analisi sulle varie fasi dei processi.

Le difficoltà di fondo

Oltre all’Italia e all’UE, altri referenti hanno trovato spazio nella definizione del piano. In primo luogo, ci sarà la collaborazione fondamentale del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP).

A livello governativo, invece, i riferimenti saranno quelli del Ministero dell’Economia e della Pianificazione (MEP) e del Ministero della Scienza e Tecnologia e dell’Ambiente (CITMA). Quest’ultimo, attraverso il suo Centro per lo Sviluppo Locale e Comunitario (CEDEL).

Dalla mole delle sfide, la molteplicità dei soggetti coinvolti. Nell’isola caraibica, in effetti, complici anche le limitazioni – dirette e indirette – dell’embargo, implementare nuove tecnologie non è mai stato semplice. A maggior ragione, per poi proporle su larga scala. Ovviamente, il settore della logistica energetica, massimamente strategico, ne ha risentito.

Tant’è che – al 2022 – il mix nazionale, all’80,6% era costituito dal petrolio e il 7,4% dal gas naturale. L’83,5% dell’elettricità proveniva proprio dal petrolio, a fronte di una quota del 12,5% derivante dal gas (dati IEA). Le rinnovabili, tutto sommato, hanno mantenuto un ruolo marginale (4,1%, al 2022, sul totale della potenza generata).

Abitudini quotidiane

L’iniziativa si integrerà con le linee programmatiche promosse in ottica 2030 e interverrà in alcuni settori mirati, in ossequio alla necessità di rafforzare la sicurezza energetica e alimentare.

Proprio a livello alimentare, sono state selezionate 25 aziende agricole – tra produttori individuali e imprese statali – per studiare quali ortaggi siano più adatti all’isola e come valorizzare la loro commercializzazione. Contestualmente, al vaglio si è posto il cesellamento delle filiere del maiale (creolo) e del pesce d’acqua dolce. Due cibi essenziali per il loro apporto calorico.

Lo sviluppo sostenibile e la transizione energetica, a Cuba, significheranno anche promuovere nuovi modelli di comportamento, lavorando sulle abitudini quotidiane. Migliorare le rese agricole, la distribuzione e l’efficientamento dei singoli quartieri, contestualmente, ha già dato all’iniziativa una portata in grado di cambiare la postura dell’isola.

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