Dopo quasi venti anni, c’è stato il blocco delle importazioni di gas naturale dalla Bolivia all’Argentina, avendo Buenos Aires progettato di migliorare la propria bilancia commerciale, puntando sulle esportazioni.
La fine di un’era
L’Argentina non comprerà più gas naturale dalla Bolivia, chiudendo un capitolo di relazioni commerciali che durava da quasi vent’anni. L’ha riportato la Reuters, secondo cui il Governo di Buenos Aires vorrebbe accrescere le esportazioni verso i vicini, rinforzandosi pure come attore sul mercato del GNL. Misure, pensate per risollevare la bilancia commerciale energetica, da anni negativa.
Nel mix energetico argentino, del resto, il gas naturale ha rappresentato un pilastro. Secondo i dati dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), al 2022 equivaleva al 49,4% del totale, a fronte del 48,8% dell’energia elettrica che si ricavava proprio dal gas.
Le importazioni dalla Bolivia sarebbero completamente cessate lo scorso 18 Settembre, dopo aver raggiunto il picco negativo di 2 mln di metri cubi al giorno (mcm/d). Una frazione davvero minima, considerando i consumi argentini, pari a 130 mln di mcm/d.
Nuovi scenari
L’attuale scenario, come rimarcato dalla Yacimientos Petrolíferos Fiscales Bolivianos (YPFB), potrebbe avere delle pesanti ripercussioni sul ‘Sistema Paese’ dello Stato andino. I progressi socio-economici che La Paz ha compiuto negli ultimi lustri, in effetti, sono arrivati anche grazie ai diversi proventi. Quelli del gas, del petrolio e dell’esportazione delle materie prime in generale.
Per contro, almeno a livello regionale, le operazioni dell’Enarsa (la società statale energetica argentina) assumeranno ora un’altra direttrice. In particolare, quella del Brasile. Altro Paese dimostratosi a sua volta esposto alla volatilità dei prezzi (il gas equivaleva al 5,7% del mix energetico brasiliano; dati IEA del 2023).
Prospettive sudamericane
La questione di base si è posta in relazione alle vendite del gas di scisto proveniente dal giacimento di Vaca Muerta, il secondo più grande del Mondo. Per farlo, però, si dovrebbe rindirizzare uno dei gasdotti costruiti tra la Bolivia e l’Argentina.
Una decisione, tuttavia, che non ha trovato il consenso dello Stato andino. Altre complessità, sono quelle che hanno riguardato la negoziazione delle tariffe.
Nel frattempo, alcuni funzionari argentini e brasiliani hanno vagliato ulteriori possibili alternative. All’interno di questo scenario potrebbero entrare anche l’Uruguay e il Paraguay, oggetto eventualemente di nuove infrastrutture che ridisegnerebbero le traiettorie gassifere dell’intero Sud America.