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Solare, Tunisia: siglati accordi per la costruzione di due nuovi centrali da 100 MW complessivi

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Il Governo della Tunisia ha siglato un accordo con la multinazionale norvegese Scatec ASA e con la nipponica Aeolus SAS, per costruire e gestire due nuove centrali a energia solare da 50 Megawatt (MW) ciascuna.

Tra solare e gas

In Tunisia, l’energia solare è una materia dai grandi margini di sviluppo, pienamente da implementare. Non a caso, in effetti – al 2022 – il 95,8% dell’elettricità proveniva dal Gas Naturale (dati IEA). Eppure – nonostante le complessità politiche degli ultimi mesi – le sue caratteristiche morfologiche e climatiche continuano a rappresentare una grande opportunità.

Lo hanno dimostrato la multinazionale norvegese Scatec ASA e la nipponica Aeolus SAS, che hanno dato vita ad un consorzio per investire nelle rinnovabili in loco. Fondamentale, d’altro canto, sarà la collaborazione con la compagnia elettrica nazionale STEG.

Le due aziende e il Ministero tunisino dell’Industria, delle Miniere e dell’Energia hanno raggiunto un accordo per la costruzione di due nuove centrali solari, a Sidi Bouzid e a Tozeur (450 chilometri a sud-ovest della capitale Tunisi). Ciascun sito avrà una capacità di 50 Megawatt (MW) e dovrebbe essere operativo dal 2025.

La molteplicità dei supporti

Come ha riportato l’agenzia Tap, la stima sul costo totale del progetto sarebbe di 79 mln di Euro (circa 260,7 mln di Dinari Tunisini). Finanziatori principali, la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) e la Société de Promotion et de Participation pour la Coopération Economique (Proparco).

Nel pacchetto, anche alcune disponibilità agevolate, grazie al Clean Technology Fund e dal Global Environment Facility. Più specificamente, l’impegno giapponese sarà in parte sostenuto con il sistema di compensazione basato sui crediti di carbonio. Conseguentemente, il supporto finanziario ‘materiale’ degli altri istituti dovrebbe ridursi del 15%.

La Scatec, invece, fornirà servizi di ingegneria, approvvigionamento e costruzione (EPC), gestione degli asset (AM), operazioni e manutenzione (O&M).

Il futuro

Nonostante il Covid e l’instabilità politico-sociale, dal punto di vista governativo le tappe nell’ottica dell’implementazione della transizione energetica appaiono definitive. Si punta infatti a raggiungere il 35% dell’elettricità da fonti rinnovabili entro il 2030. Una soglia, che dovrebbe arrivare al 50% entro il 2050. Prevista, inoltre, la riduzione dell’intensità di carbonio del 46%.

A margine della cerimonia che ha ufficializzato la firma sugli accordi, il Segretario di Stato tunisino per la Transizione Energetica, Wael Chouchane, ha anche annunciato il lancio di tre ulteriori gare d’appalto. Oggetto, l’installazione di 1.700 MW nel novero delle concessioni per il periodo 20242027.

Che l’energia solare, per Tunisi, avrebbe costituito il fulcro della transizione ‘verde’ nazionale, l’hanno dimostrato le scelte degli ultimi lustri. Nel 2018, per esempio, il Ministero aveva lanciato un’altra gara d’appalto.

Al centro, 500 MW di fotovoltaico su specifici siti individuati dallo Stato. Cinque i progetti, tra cui quelli già citati di Sidi Bouzid (50 MW) e Tozeur (50 MW). In più, Kairouan (100 MW), Gafsa (100 MW) e Tataouine (200 MW). Come i primi due, anche gli altri dovrebbero entrare in funzione per il 2025, 2026 al massimo. In Tunisia, dunque, il solare sarà sempre più nevralgico.

Le sfide restano complesse. In fondo, però, quella possibilità di mutare la postura geo-economica del Paese, con opportunità che potrebbero renderne più solido e meno incerto il futuro.

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