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Solare: dalla BEI 166 mln di Euro per 17 centrali tra Portogallo, Spagna e Italia

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La Banca europea per gli investimenti (BEI) farà credito per 166 mln di Euro al produttore di energia BNZ, in funzione di un grande progetto infrastrutturale legato all’energia solare, da implementare in Portogallo, Spagna e Italia.

Solare, un settore sempre più nevralgico

La Banca europea per gli investimenti (BEI) ha posto l’accento sull’energia solare e ha stretto un sodalizio – sotto forma di prestiti – con il produttore indipendente BNZ. Come spiegato nell’annuncio ufficiale, la linea di credito complessiva è pari a 500 mln di Euro, di cui 166 già sottoscritti.

BNZ, controllato a sua volta dal fondo Nuveen Infrastructure, opererà direttamente, lavorando nell’Europa meridionale. Qui, infatti, si è posto l’obiettivo di arrivare a generare 1,7 Gigawatt (GW) di energia fotovoltaica entro la fine del 2026. Al centro del programma di infrastrutturazione ‘verde’, nello specifico, ci saranno il Portogallo, la Spagna e l’Italia. In tutto, saranno 17 le centrali fotovoltaiche da costruire.

Secondo le stime iniziali, si arriverebbe così soddisfare il consumo medio annuo di oltre 390mila famiglie. Senza contare, che i siti scelti si troveranno soprattutto nelle [c.d.] regioni di coesione, ossia quelle aree in cui il reddito pro-capite è inferiore alla media dell’Unione Europea.

Un progetto di grande portata

La BEI, a sua volta, opera e può contare sul supporto di InvestEu (già noto come Piano Juncker), iniziativa di punta con la quale Bruxelles intende promuovere progetti di varia natura. Sia nell’Unione, sia in Norvegia e Islanda. Progetti, intorno ai quali aggregare le basi finanziarie necessarie, affinché trovino il loro completamento.

La scelta è stata quella di rendere disponibili oltre 372 mld di Euro in investimenti aggiuntivi, provenienti da fondi pubblici e privati. Un impegno complesso, necessario per raggiungere gli obiettivi strategici dell’Unione per il periodo 2021-2027.

Tra questi, evidentemente, tutte quelle misure che, declinando la transizione ‘verde’, accrescano l’efficientamento e migliorino più uniformemente l’autonomia energetica comunitaria.

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