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Svolta Australia: 5.4 mld di $ per diventare hub globale dell’idrogeno verde

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Il Governo dell’Australia, di concerto con le diverse autorità amministrative territoriali, ha rimodulato la sua Strategia Nazionale dell’Idrogeno, ponendo le basi per rafforzare l’industria nazionale e migliorare l’implementazione della transizione energetica.

Quali proiezioni per l’Australia

L’idrogeno verde e i suoi possibili utilizzi hanno assunto un ruolo massimamente centrale nella transizione energetica, impulsi che l’Australia ha prontamente recepito e tradotto su carta. Grande produttore e consumatore di carbone (il 49,2 % dell’elettricità, al 2022, da questo si ricavava; dati AIE), esportatore di Gas Naturale Liquido (GNL), ha costruito nei decenni una ricca e potente industria estrattiva mineraria.

Contestualmente, tuttavia, con il varo del Climate Change Act, due anni fa, si è deliberato il taglio delle emissioni di gas serra del 43% – entro il 2030 – con riferimento ai livelli del 2005. Si dovrà poi arrivare, nel 2050, alla neutralità climatica. Soprattutto, però, si è definita – sempre rispetto al 2030 – la volontà di raggiungere una soglia di elettricità pulita pari all’82% di quella delle rinnovabili.

Ed è in questo scenario che l’idrogeno ha assunto un ruolo nevralgico. Nello specifico, il [c.d.] idrogeno blu, ossia quello prodotto attraverso l’elettrolisi dell’acqua con le rinnovabili, quali il solare, l’eolico o l’idroelettrico.

Grandi risorse da stanziare

Proprio in quest’ottica, il Governo australiano ha ridefinito la Strategia Nazionale dell’Idrogeno. In primo luogo, attraverso un programma di incentivi fiscali. Agli incentivi si è affiancato uno stanziamento di 8 mld di Dollari australiani (AUD; pari a 5.4 mld USD), relativo al bilancio federale di quest’anno.

Come si legge nel comunicato ufficiale di Canberra, le risorse impegnate serviranno a “sviluppare nuove capacità di produzione energetica“. Il tutto, “capitalizzando le enormi opportunità di esportazione di catene di approvvigionamento pulite e sicure, per divenire capofila mondiale dell’idrogeno“.

Il piano d’investimenti – date anche le tempistiche – ha trovato nel settore privato industriale ‘il naturale’ riferimento. La valorizzazione delle economie di scala, la riduzione della differenza dei costi e una cornice finanziaria meno soggetta alle oscillazioni saranno i pilastri della nuova politica ‘verde’ australiana.

Un futuro da protagonista

Secondo le stime iniziali, con la corretta implementazione delle misure, si sbloccheranno 50 mld di Dollari in investimenti del settore privato. Contestualmente, la capacità produttiva annuale australiana arriverebbe a superare il mln di tonnellate di idrogeno verde, entro il 2030. Una capacità che – a fronte di una programmazione su base quinquennale – potrebbe entro 2050 crescere fino a 15 mln.

Il Paese oceanico si è candidato con forza a giocare un ruolo da protagonista assoluto. Per giunta, andando a rafforzare una disciplina della quale era già uno dei massimi rappresentanti.

A conferma, l’Agenzia Internazionale per l’Energia ha in effetti stimato che oltre il 20% dei progetti sull’idrogeno annunciati, a livello globale, si trovi proprio in Australia. La valutazione circa il valore del suo complesso di condotte e canali di trasporto supererebbe i 200 mld di $. Un vero asset strategico che proietterebbe potenzialmente Canberra ad assumere – nel mercato – una postura ‘egemonica’.

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