Le esigenze energetiche del Vietnam hanno spinto il Paese asiatico a rivedere le proprie politiche in materia, riconsiderando il nucleare e dando piena centralità al fotovoltaico.
Le necessità di un’economia in espansione
L’economia del Vietnam, in espansione (+ 7% secondo le ultime proiezioni), ha portato lo Stato asiatico a rimodulare il proprio fabbisogno energetico. Del resto, secondo S&P Global, per sostenere uno scenario simile l’aumento stimato previsto della produzione di energia si assesterebbe tra il 12 e 15%.
Ad Hanoi (la capitale), tuttavia, non si è ancora scelto quale strada percorrere definitivamente. Anzi, è notizia di questi giorni che il Ministero dell’Industria e del Commercio (MOIT) dovrà rivedere alcuni progetti già impostati.
Il piano di sviluppo dell’energia per il periodo 2021-2030, proiettato al 2050 (PDP VIII), subirebbe dunque importanti modifiche. Troppo lenti i progressi rispetto alle esigenze, in particolare nei comparti del Gas Naturale Liquefatto (GNL) e dell’eolico offshore.
Le alternative
A fronte della complessa attualità, a livello governativo l’attenzione si è spostata in particolare su due tecnologie. Il nucleare e il fotovoltaico.
Sebbene inizialmente non prioritaria nel PDP VIII – con 1,5 GW di nuova capacità da aggiungere – la seconda troverebbe comunque grande slancio. L’intenzione (escluso il solare sui tetti) sarebbe raggiungere, entro il 2030, almeno i 12,836 GW.
Sul nucleare, invece – dopo decenni di studi – le possibilità vagliate sarebbero quelle concernenti i piccoli reattori modulari (SMR). Non sarebbe da escludere l’impiego di quelli galleggianti, con una capacità di 300 Megawatt (MW). Ciascuno, potenzialmente, sarebbe costruibile in 24-36 mesi. Proprio il tempo, in effetti, sarà il fattore chiave da tenere in considerazione.
Le sfide che il Vietnam dovrà affrontare sono di altissimo rilievo. Ridefinire la struttura produttiva e infrastrutturale nazionale – promuovendo, nei limiti del possibile, la decarbonizzazione – rafforzerebbe il suo ruolo di vettore geopolitico regionale. Con tale postura, Hanoi si porrebbe ancora di più al centro delle trasformazioni insite nel rapporto tra il Sud-Est asiatico e il resto del Mondo.