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Gas, perchè la Sicilia festeggia l’apertura del giacimento di Argo Cassiopea

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Con risorse stimate pari a 10 miliardi di metri cubi, ma una produzione annuale di soli 1,5 miliardi di m3 (contro i 63 miliardi consumati dagli italiani), il giacimento di Argo Cassiopea, inaugurato a fine agosto a largo delle coste siciliane, viene salutato come un traguardo per l’Italia. Scopriamo il perchè.

Il giacimento Argo Cassiopea

Il giacimento Argo Cassiopea entrato in produzione a fine Agosto a largo delle coste siciliane, una volta entrato a regime produrrà fino a 1,5 miliardi di metri cubi l’anno. Un contributo esiguo rispetto alle quantità di gas annualmente importate e consumate (circa 63 miliardi di metri cubi) ma che viene salutato come un grande traguardo per il Paese. Perchè? 

Ruolo centrale in termini di basse emissioni e sicurezza energetica

Argo Cassiopea, rilevato nell’ormai lontano 2007, si trova in provincia di Agrigento e può essere considerato uno dei giacimenti più grandi d’Italia, con risorse stimate pari a 10 miliardi di metri cubi. Dietro l’importante progetto di sviluppo c’è Eni in joint venture con il partner Energean, che hanno assegnato un ruolo fondamentale all’impianto nell’ambito della propria strategia di valorizzazione del gas naturale. In particolare, si è sottolineato il minimo impatto ambientale che il gasdotto, interamente sottomarino, avrà sull’area circostante ed il suo ruolo in termini di sicurezza energetica per il Paese. Tuttavia, per anni, garbugli politici e burocratici (tra cui proroge di studi di fattibilità e valutazioni di impatto ambientale) ne hanno impedito l’entrata in funzione.

Il tragitto del gas

Il gas, proveniente per il momento da uno dei quattro pozzi sottomarini perforati nel Canale di Sicilia, viene trasportato sui fondali tramite una linea di 60 km di lunghezza fino all’impianto di trattamento di Gela, dove viene lavorato e poi immesso nella rete nazionale. A fare la differenza dovrebbe essere l’installazione di pannelli fotovoltaici per 3,6 MWp, che consentiranno di raggiungere la neutralità carbonica per le emissioni Scope 1 e 2.

Le royalties e il contentino per gli ambientalisti

Estrazione del gas con emissioni “prossime allo zero” quindi, ma anche un lauto tesoretto per i Comuni i cui territori sono interessati dall’attività estrattiva off shore. Questi ultimi otterranno da Eni il 30% delle royalties che spettano alla regione Sicilia, circa 15 milioni di euro. Parliamo del 55% del gettito complessivo, una cifra che a quanto pare è stata sufficiente a sbloccare le dinamiche che negli ultimi diciotto anni hanno impedito la realizzazione dell’opera.

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