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Energia, immagazzinarla oggi (in Svizzera) per averla domani

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La Svizzera guarda a una delle sfide della transizione energetica: sviluppare sistemi per immagazzinare l’energia. È un Paese Green, ma in ritardo nella corsa all’idrogeno rinnovabile.

Accumulare l’energia

La Svizzera è un Paese green. Produce il 75% dell’energia che consuma grazie alle rinnovabili, soprattutto attraverso le centrale idroelettriche. Da qualche anno, inoltre, nella Nazione sono in crescita il fotovoltaico e l’eolico.

Sole e vento, però, forniscono energia in maniera discontinua. Il consumo di energia è invece costante, seppur con picchi in alcuni periodi dell’anno.
È pertanto fondamentale creare sistemi di accumulo capaci di immagazzinare l’energia in eccesso per renderla utilizzabile quando serve.

In Svizzera sono attivi tre diversi sistemi di accumulo: gli impianti di pompaggio e turbinaggio, le batterie che usano la forza di gravità e le tecnologie power-to-x.

Gli impianti

Gli impianti di pompaggio e turbinaggio rappresentano la soluzione più efficace e tra le più economiche per l’accumulo di energia.

Sono sistemi che consentono di pompare l’acqua a monte quando vi è una sovrapproduzione di energia, e di farla scorrere di nuovo a valle per la produzione di corrente quando necessita.

In Svizzera ci sono un centinaio di bacini di accumulazione per la produzione idroelettrica e una quindicina è dotata di un sistema di pompaggio. Rispetto ad altri Paesi alpini quali Austria, Germania e Italia, le centrali elvetiche dispongono di bacini di ritenzione dell’acqua più grandi e sono quindi in grado di conservare più energia, ridistribuendola in periodi più lunghi.

Con la scomparsa dei ghiacciai alpini, la Svizzera avrà l’opportunità di realizzare nuove dighe e laghi artificiali in montagna. Ciò accrescerà la capacità di stoccaggio di energia nelle Alpi, rafforzando il ruolo della Svizzera come batteria elettrica dell’Europa.

Usare la forza di gravità

La start-up svizzera Energy Vault ha realizzato un sistema che usa il principio degli impianti di pompaggio e turbinaggio, ma non usa acqua, bensì i blocchi di calcestruzzo o di materiale di scarto.

Quando sole o vento producono più elettricità di quanto richiesto – per esempio nei mesi estivi – l’energia in eccesso alimenta un sistema che solleva i pesi e li colloca ai piani superiori di un edificio-batteria. Questo processo converte l’energia elettrica in energia potenziale.

Nei momenti in cui vi è carenza di energia, i blocchi tornano a terra, attratti dalla forza di gravità. Nella discesa azionano dei generatori elettrici, trasformando l’energia potenziale accumulata in corrente elettrica.

Power-to-x

Il surplus elettrico può anche essere convertito in fonti di energia liquida o gassosa.

Le tecnologie denominate “power-to-x” consentono di utilizzare, ad esempio, l’elettricità di una centrale solare o di un parco eolico per produrre idrogeno e successivamente metano. Questi due elementi possono essere conservati a lungo e usati come carburanti.

Nonostante lo spirito innovativo e imprenditoriale, la Svizzera è però in ritardo nella corsa all’idrogeno rinnovabile. Il Paese infatti non dispone ancora di una strategia nazionale per l’idrogeno.

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