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Olimpiadi di Parigi 2024 e la gara di sostenibilità ambientale

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I giochi olimpici rappresentano una vetrina promozionale per i paesi in cui vengono tenuti: quest’anno è la volta di Parigi, dove il comitato organizzativo ha portato la bandiera verde della sostenibilità, della transizione energetica e del rispetto per l’ambiente. Gli obiettivi di minori emissioni di anidride carbonica e spreco di risorse prefissati sono ambiziosi. La Francia riuscirà a vincere l’oro nella classifica delle Olimpiadi più ecologiche?

Gli obiettivi sostenibili di Parigi 2024

Sulla base delle decisioni del comitato organizzativo, dal 26 luglio all’11 agosto le Olimpiadi sono state pensate per dimostrare come eventi sportivi di grandi dimensioni possano contribuire a ridurre l’impatto sull’ambiente e promuovere soluzioni sostenibili. Sin dal 2023 era stato stabilito che i giochi olimpici di quest’anno avrebbero dovuto produrre la metà dell’impronta carbonica registrata durante le Olimpiadi meno ecologiche della storia, ossia quelle di Londra 2012 e di Rio 2016 – stimate con una media di 3,5 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti – allo scopo di raggiungere il primato delle Olimpiadi più verdi.

Ma le Olimpiadi, alimentate al 100% da energia rinnovabile, inclusi pannelli fotovoltaici, sistemi geotermici, generatori alimentati da biocarburanti, ed energia rinnovabile, riescono comunque a soddisfare le esigenze degli spettatori?

Nello specifico, ci si aspetta che non si superino le 1,6 tonnellate metriche di CO2 equivalenti per un numero di visitatori che va dai 13 ai 16 milioni, o comunque dai 100 ai 125 chilogrammi di CO2 eq a persona. Difatti, però, sembra difficile riuscire nell’intento: l’impronta carbonica annuale media di una persona in Europa è di 7,8 tonnellate di CO2 eq. Ad esempio, 100 chilogrammi di CO2 eq corrispondono al consumo di 31 hamburger, oppure di 83 bottiglie di vino. L’obiettivo sembra ancora più ambizioso se si considera che le sole Olimpiadi di Tokyo 2020, organizzate durante la pandemia e senza spettatori, avevano prodotto 2 tonnellate metriche di CO2 eq.

La mensa ecologica degli atleti olimpionici

Nel dicembre del 2023, Philipp Würz – responsabile della ristorazione, gestione dei rifiuti e pulizia del comitato organizzativo delle Olimpiadi – aveva affermato che la preparazione dei pasti per i giovani sportivi non avrebbe superato la media di 1 chilogrammo per pasto. Infatti, le ricerche scientifiche ormai dimostrano quanto la produzione di carne abbia un impatto negativo sul riscaldamento climatico: secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite, l’allevamento è all’origine del 12% delle emissioni mondiali di gas serra prodotte dal genere umano. Lo stratagemma è quindi far sì che un pasto su due sia vegetariano, considerando i 3,5 milioni destinati allo staff e ai volontari. Per quanto riguarda gli spettatori, rispetto ai tradizionali 4 panini con carne su 5, quest’anno sono al massimo 2; mentre il 25% dei prodotti è locale sebbene questo non garantisca una bassa impronta carbonica.

Tuttavia, gli atleti hanno fatto notare la limitata scelta di carne, uova e della quantità delle porzioni in generale. In più, su 50 dei piatti proposti ogni giorno, la metà sono vegetariani. Non a caso, il comitato aveva previsto che la Sodexo – la società francese incaricata della ristorazione – lavorasse in sinergia con numerosi chef stellati per la scelta dei menù al fine di mantenere alto il podio gastronomico della raffinata cucina francese.

Edifici sostenibili, efficienza energetica e alloggi riutilizzabili

Di solito, le emissioni dei grandi eventi sportivi derivano soprattutto dai trasporti usati dai partecipanti e dagli spettatori, dalla costruzione di edifici e infrastrutture fisse o temporanee e dalle operazioni di logistica, sicurezza, e così via.

Per quanto riguarda le infrastrutture allestite per le 26 sedi di competizione di quest’anno, il 95% esiste già o è temporanea. In ogni caso, ogni nuovo edificio è stato ideato per emettere meno anidride carbonica di un edificio tradizionale. Un buon esempio di progettazione sostenibile e ottimizzazione del consumo energetico è la struttura permanente dell’Aquatics Centre. L’edificio è composto da un tetto concavo in legno che riduce del 30% l’aria da riscaldare, da vasche i cui 28 gradi in acqua sono mantenuti da un sistema di recupero del calore emanato da un datacenter vicino, da pannelli fotovoltaici che coprono circa il 20% del fabbisogno elettrico e da sedili ottenuti da materiali locali riciclati.

Un altro esempio di innovazione energetica è il Villaggio Olimpico, situato a nord di Parigi e sede degli alloggi dei 14.500 atleti olimpionici e 9.000 atleti paraolimpionici. Rispetto a un progetto architettonico tradizionale, quest’area ha un’impronta carbonica del 30% più bassa. Il limite massimo previsto è di 1 tonnellata di CO2 equivalente per metro quadrato seppur alcuni studi specialistici realizzati in Europa nel 2022 abbiano fornito valori dell’impronta molto più bassi (210 chilogrammi di CO2 eq per metro quadrato in media durante l’intero ciclo di utilizzo). Inoltre, il consumo di energia elettrica nell’area è minore grazie ai tetti fotovoltaici da parcheggio di circa 1000 metri quadrati installati nella stazione dei pullman, alimentando il centro d’accoglienza e informazioni delle delegazioni internazionali. Una centrale solare mobile di 400 metri quadrati sulla Senna produce l’equivalente del consumo di circa 30 trilocali del Villaggio.

Inoltre, la città degli atleti – composta da circa 40 edifici – è stata concepita per diventare al termine dei giochi un ecoquartiere, riutilizzando il 75% di ciò che verrà smontato. Il complesso funziona grazie a un sistema di raffreddamento geotermico rinnovabile, utilizzando l’acqua fredda pompata dal sottosuolo, e a un sistema di riscaldamento. Tuttavia, il Villaggio è privo di un sistema di aria condizionata. Considerando che i giochi olimpici hanno aperto la stessa settimana in cui è stato registrato il giorno più caldo sulla Terra e che le violente oscillazioni del clima francese sembrano ormai diventate ‘tipiche’, alcune squadre, tra cui Stati Uniti, Gran Bretagna, Paesi Bassi e Francia hanno pensato di far installare ben 2500 dispositivi di raffreddamento a beneficio degli atleti e a fronte di un’elevata umidità e di più di 30 gradi di temperatura.

Infine, gli arredi degli alloggi sono stati particolarmente apprezzati da chi ha mostrato entusiasmo per la maggiore sostenibilità di queste Olimpiadi: i letti sono stati realizzati con materiali riciclati simili al cartone e i materassi recuperati da plastica riciclata – incluse reti da pesca – allo scopo di essere riutilizzati in futuro.

Addio agli elettrogeni a diesel. Trasporti al primo posto per emissioni

Un’altra innovazione dei giochi olimpici di quest’anno è di mettere da parte i gruppi elettrogeni alimentati a diesel per permettere alla società Enedis di effettuare dei collegamenti diretti con la rete elettrica pubblica, riuscendo così a ridurre le emissioni di carbonio nel settore degli eventi e a Parigi.

Il comitato organizzativo francese – come altri prima di loro – aveva anche stimato che gli spostamenti delle persone sarebbero stati la prima causa di emissioni, sia a causa delle lunghe distanze percorse che per il numero considerevole di viaggiatori; senza dimenticare il maggior impatto dovuto a uno svincolo autostradale costruito appositamente per le Olimpiadi e il lancio di quattro nuove linee metropolitane a Parigi. Allo stesso tempo, il comitato organizzativo ha sensibilizzato gli atleti alla questione, suggerendo di utilizzare i treni: la Gran Bretagna, i Paesi Bassi e il Belgio si erano infatti dichiarati favorevoli. Tuttavia, il comitato sperava che anche gli spettatori avessero un particolare interesse per la sostenibilità e che si recassero agli eventi utilizzando il trasporto pubblico.

Le Olimpiadi di Parigi sono realmente ‘verdi’?

In sostanza, non è ancora possibile sapere se Parigi è stata in grado di garantire la sostenibilità e l’efficienza energetica su cui sono fondate queste Olimpiadi, proprio nella città dove fu firmato nel 2015 l’accordo sui cambiamenti climatici. D’altronde, in passato sono stati anche espressi dubbi sulla metodologia usata per calcolare la quantità di emissioni, spingendo nel 2018 il Comitato internazionale delle Olimpiadi a pubblicare un Modello standard per il calcolo dell’impronta carbonica delle Olimpiadi.

Tuttavia, ultimamente il Comitato organizzativo delle Olimpiadi si è impegnato a finanziare numerosi progetti sostenibili, in particolare di rimboschimento, protezione delle foreste e di sviluppo di energia rinnovabile sia in Francia che all’estero allo scopo di compensare al 100% i gas serra emessi durante i giochi.

Si avranno maggiori notizie solamente in autunno, quando il comitato pubblicherà un report sull’impronta carbonica prodotta, magari attraverso metodologie trasparenti e verificate da un soggetto indipendente, garantendo buone pratiche ambientali e confermando l’interesse di Parigi per le questioni ambientali e gli obiettivi internazionali di efficienza energetica.

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