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Petrolio, più barili per gli Emirati Arabi Uniti: decisivo, sarà l’apporto dell’offshore

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L’obiettivo dichiarato è quello di raggiungere la soglia dei 5 mln di barili di greggio estratti, puntando sui giacimenti offshore e sull’IA.

5 milioni di bpd entro il 2027

Gli Emirati Arabi Uniti guardano al 2027, con l’obiettivo di aumentare l’estrazione giornaliera di greggio, portandola fino ai 5 mln bpd. Contestualmente si era già ribadita l’ottica di triplicare, entro il 2030, la produzione di energia ‘pulita’.

Nel 2021, il Paese dell’Asia occidentale, membro dell’OPEC, era il settimo produttore mondiale di greggio, con 2.74 mln di bpd, gran parte del quale – 2.30 mln di bpd – destinato all’ esportazione diretta (dati InfoMercatiEsteri).

Il sostegno alla domanda interna e all’export, a fronte degli equilibri geo-economici internazionali, hanno convinto il Governo di Abu Dhabi e la compagnia statale petrolifera ADNOC  a compiere degli ulteriori passi in avanti. 

Un lungo processo

In effetti, secondo quanto riportato dalla Reuters, lo scorso Maggio la capacità produttiva degli emiratini ha toccato quota 4.85 mln di bpd, a fronte dei 4.65 mln della fine del 2023. 

Per valorizzare questa tendenza, al centro sono state poste la tecnologia e l’intelligenza artificiale, cardinali per efficientare i processi di monitoraggio e estrazione, abbattendo i costi. 

‘Empiricamente’, le nuove modalità hanno offerto un saggio delle loro potenzialità nel giacimento offshore di Satah Al Razboot, situato a circa 200 km a Nord-Ovest di Abu Dhabi. Le perforazioni sono cominciate nel 2016, con una previsione di 100.000 bpd.   

Proprio qui, sono state implementate le modalità di monitoraggio e gestione da remoto, direttamente dall’Isola di Zirku – nel Golfo Persico – a 20 km dal giacimento. Lo scorso martedì, l’ADNOC ha dichiarato che attraverso delle “soluzioni digitali avanzate”, la capacità produttiva del sito è aumentata del 25%, fino ai 140.000 di bpd.

Verso il 2027

Per quanto si tratti di una fase tutto sommato iniziale, la direzione intrapresa appare ormai definitiva. L’ottimizzazione dei processi produttivi, oltre ad un minor impatto in termini di emissioni, legittimerà la creazione di ulteriori margini di ricerca e sviluppo. 

Tutto questo, sebbene appaia ottimistico, potrebbe portare lo Stato arabo a soddisfare i propri programmi ancora prima del 2027
Secondo alcuni, l’accento si porrebbe sull’inizio del 2026, se non addirittura sulla fine del 2025, con tutto quello che ne conseguirebbe sui prezzi dei mercati energetici internazionali.

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