La transizione energetica voluta dalla Spagna passerà per l’implementazione di ulteriori progetti di energia pulita, sostenuti da importanti investimenti strutturali.
Una svolta decisiva
La transizione energetica della Spagna avrà una svolta decisiva. Secondo la Reuters, infatti, il Governo spagnolo ha concesso l’autorizzazione per la creazione di quasi trecento progetti ‘verdi’. Capacità attesa, oltre 28 gigawatt. Tutto questo risponderà e sarà il fulcro di un progetto politico molto ambizioso.
Si è, infatti, sottolineato come Madrid intenda investire non meno di 17 mld Euro, equivalenti a 18,4 mld $. L’obiettivo, decisamente ambizioso, sarebbe quello di innalzare la quota delle rinnovabili, all’interno del mix energetico complessivo. Si punta al raggiungimento dell’81% sul totale, entro il 2030, al cospetto del 42,5% del 2022 (dati IEA).
La strada è ovviamente lunga e complessa, ma i risultati raggiunti lo scorso anno in termini di elettricità prodotta da rinnovabili, hanno dato un impulso notevole, contestualmente alle deliberazioni sul nucleare.
La questione del nucleare
In effetti, la mole degli investimenti programmati è andata di pari passo con la decisione, annunciata sempre nel 2023, di dismettere tutte le centrali nucleari spagnole entro il 2035. Attualmente, nel Paese iberico i siti attivi sono cinque, con sette reattori in funzione.
Secondo l’AIEA – sempre con riferimento all’anno scorso – il 20% dell’energia elettrica spagnola era prodotta dal settore nucleare. Ammesso che nei prossimi due lustri si riesca a smantellare un sistema cesellato sin dagli anni Sessanta, i costi saranno enormi.
Le stime, considerando anche il trattamento delle scorie radioattive, hanno definito un onere da 20,2 mld di Euro. I finanziamenti dovrebbero essere garantiti e gestiti attraverso un fondo sostenuto dagli operatori delle centrali. Sarà perciò doveroso un ritorno economico.
Tra sicurezza energetica e letture politiche
Nel prossimo decennio, la Spagna si giocherà allora molte delle sue carte. Rinnovare la propria postura, in un’ottica geo-economica, si connoterà ovviamente politicamente e ideologicamente, soprattutto a seconda delle letture offerte.
Le prese di posizione spagnole sul nucleare, infatti, sono apparse in controtendenza anche rispetto ad alcuni protagonisti dell’ambientalismo europeo, basti pensare ai Verdi Finlandesi. Di qui, la necessità di rispondere alle possibili polemiche con la creazione di ricchezza, valore aggiunto, opportunità e attrattività, tali da “giustificare” delle mosse così drastiche.