Italia Paese virtuoso per i riciclo del vetro. Con +2 punti percentuali rispetto al target fissato dall’Ue, secondo i dati forniti da CoReVe e Anci, il Bel Paese per il 5° anno consecutivo mostra di avere a cuore la raccolta differenziata di rifiuti in vetro. In particolare si parla di 7.034 Comuni e 53,2 milioni di abitanti coinvolti.
Tasso di riciclo del vetro al 77%
Le quantità di vetro riciclato nel nostro Paese passano da 1.615.000 tonnellate nel 2014 a 2.046.000 del 2023, a fronte di un aumento dell’immesso a consumo del 15%. Sono i dati forniti dal CoReVe, il Consorzio Recupero Vetro e da Anci, l’Associazione Nazionale Comuni, insieme da mesi nella sfida alla raccolta differenziata di vetro. L’Italia si aggiudica così, per il 5° anno consecutivo, il titolo di Paese virtuoso, in grado di superare i target che l’Unione Europa ha stabilito in merito al riciclo nel comparto del vetro. Il Bel Paese, grazie all’azione di sensibilizzazione dei cittadini effettuata, è infatti, già oltre il 75% fissato dall’UE. Si tratta di un aumento complessivo del 26,7% negli ultimi dieci anni, che ha portato il tasso di riciclo al 77,4%.
L’azione congiunta di CoReVe e Anci
Grazie ai bandi lanciati in collaborazione con Anci e alle convenzioni locali, il CoReVe ha sostenuto 216 progetti per il miglioramento della raccolta del vetro in 579 comuni italiani, e gestito nell’ultimo anno, circa 1.660.000 tonnellate di rifiuti d’imballaggio in vetro. L’investimento è stato ingente e pari a 15 dei 22 milioni di euro messi a disposizione in poco più di due anni. 7.034 è invece il numero dei Comuni che nel corso del 2023 hanno aderito alle convenzioni CoReVe, ossia l’89% del totale, con ben 53,2 milioni di abitanti coinvolti: in breve, il 90% della popolazione italiana.
Il “rottame” vetro importato rischia di ridurre il tasso di riciclo
Sebbene la produzione di nuovi contenitori in vetro ottenuta dal riciclo nazionale sia ben avviata, come mostrato dalle percentuali di cui sopra, il rottame importato dall’estero, o addirittura di materia prima vergine, a costi sempre più bassi rischia di minare la virtuosità italiana. Nell’ultimo anno, l‘aumento del costo del rottame nostrano, a causa di un andamento turbolento del mercato, e la sua conseguente importazione a prezzi inferiori dall’estero, ha determinato un lieve calo del tasso di riciclo rispetto ai livelli del 2022. È, dunque, fondamentale che l’industria continui a privilegiare la materia prima seconda per non intaccare negativamente la contabilità ambientale del vetro.
Il risparmio di energia
L’uso del rottame al posto delle materie prime consente un notevole risparmio di energia (sia in fase di estrazione della materia prima che in fusione). CoReVe riporta che nel solo 2023, grazie al riciclo, sono state risparmiate in totale 375.181 Tep/Anno (tonnellate equivalenti di petrolio) e 2.406.989 tonnellate di CO2. Si tratta del corrispettivo dei gas a effetto serra emessi in atmosfera, per un anno, da circa 1.528.247 autovetture Euro 5.
Il consorzio prevede che nel 2026 si possano raggiungere 2.619.000 tonnellate, con una crescita complessiva di circa il 9% rispetto al 2023.