Roma, 22/11/2024 Notizie e approfondimenti sui temi dell’Energia in Italia, in Europa e nel mondo.

4 cose da considerare prima di acquistare un’auto elettrica

11auto elettrica
Home > News > Elettrificazione > 4 cose da considerare prima di acquistare un’auto elettrica

Decidere di acquistare un’auto elettrica  è una decisione importante, sia per sé stessi che per il pianeta. È ormai noto come un veicolo elettrico possa ridurre l’inquinamento atmosferico di oltre la metà rispetto ad un’ automobile a benzina, ma non tutti sanno che tra i vantaggi dell’entrare in possesso di un mezzo alimentato a corrente ci sia anche il risparmio, quantificabile in migliaia di euro nel corso della vita di un’auto. Ecco quattro fattori da considerare prima di avvicinarsi a questo mondo.

Quattro quesiti essenziali

Il settore dei trasporti è responsabile di circa il 25% delle emissioni europee di CO₂. Oltre il 70% (in
Italia oltre il 90%) di tali emissioni sono attribuibili al trasporto stradale. I dati forniti dall’RSE sono chiari riguardo alla differenza che la diffusione dei veicoli elettrici potrebbe fare nel nostro Paese. Decidere di acquistare un’auto elettrica è senza dubbio una decisione importante per il pianeta, ma lo è soprattutto per sè stessi. Come scegliere la soluzione più adatta alle proprie esigenze?

Porsi qualche domanda prima dell’acquisto potrebbe rivelarsi decisivo. Di seguito elenchiamo quattro quesiti essenziali che tutti i potenziali acquirenti di veicoli elettrici dovrebbero considerare prima di compiere il grande passo.

  1. Dove posso caricare il mio veicolo elettrico?
  2. Quanto costa un’auto elettrica? 
  3. Quanto posso risparmiare in sgravi e crediti d’imposta? 
  4. Qual è la differenza tra un veicolo elettrico puro e un ibrido plug-in

1.Dove ricaricare il proprio veicolo elettrico?

Forse la domanda più importante per ogni potenziale acquirente di veicoli elettrici riguarda la possibilità di ricarica del proprio mezzo. In particolare, la preoccupazione principale consiste nel ricaricare l’auto senza perdere la praticità dei metodi tradizionali. Qui entrano in gioco Governo e Autorità, che stanno approfondendo diversi aspetti legati al tema della ricarica privata, mettendo in luce la necessità di limitare i picchi della domanda di energia dovuta all’eventuale contemporaneità di richieste di ricarica per rispettare i vincoli della rete, ma anche per dare la possibilità di modulare la potenza di ricarica in funzione della disponibilità di energia (eventualmente proveniente da fonte rinnovabile).

La ricarica domestica

Ad oggi, tra le opzioni annoverate tra le più semplici ed economiche (all’estero), c’è sicuramente la ricarica domestica. Di base una presa a muro, del tipo a cui si potrebbe collegare una lampada o un tostapane, consente una ricarica sufficiente a percorrere circa 64,3738 Km. Per una ricarica maggiore e più rapida è necessario modificare cablaggio e voltaggio del servizio elettrico. Un’ aumentata potenza permette di ricaricare circa 48 Km all’ora. Sempre più persone scelgono di installare sia una presa con maggiore voltaggio, sia un caricabatterie di livello più alto. Negli USA, ad esempio, questi caricabatterie costano dai $300 ai $ 700, e sono accompagnati da app per smartphone che offrono la possibilità di gestire la ricarica da remoto. 

I problemi legati alla ricarica domestica in Italia

Questo tipo di ricarica è già fruibile anche in Italia, sebbene la tendenza prevalente sembri ricadere sulle colonnine dislocate nei centri urbani. A livello condominiale, nel Bel Paese, è possibile ricaricare l’auto elettrica collegandola al contatore esistente, così come per  le altre utenze elettriche in casa. Non è necessaria una contabilizzazione separata e non è necessaria alcuna autorizzazione o permesso per ricaricare a casa.

Se la potenza al contatore è limitata (ad esempio 3 kW), si possono utilizzare stazioni di ricarica con la corrente regolabile, oppure ricaricare durante la notte (momento in cui normalmente le altre utenze elettriche importanti non stanno funzionando). 

Tuttavia, la questione ostativa nel nostro Paese riguarda la gestione della domanda elettrica. Le ricariche non controllate accentuano, infatti, le punte di domanda di energia elettrica, per cui è necessario che i punti di ricarica (pubblici e privati) siano oculatamente gestiti attraverso le smart grid.

Più nel dettaglio, come specifica l’RSE, le logiche di controllo dovrebbero tenere conto delle
esigenze di ricarica degli utenti. Tra queste vanno annoverate:

  • L’applicazione di strategie di ricarica intelligenti richiede di affrontare contemporaneamente più problemi tecnici
  • Gestione centralizzata di stazioni di ricarica EV multiple e diffuse tramite piattaforme digitali
    Installazione di dispositivi intelligenti per la raccolta dei dati di campo e il monitoraggio e il controllo da remoto
  • Definizione di uno standard per l’aggregazione dei processi per garantire replicabilità, scalabilità e sicurezza

Le colonnine e le altre stazioni di ricarica

Sulle lunghe distanze le opzioni di ricarica stanno aumentando con l’intensificarsi della rete recharge installata sulla base di accordi pubblico-privati. Nel 2024 i punti di ricarica installati in Italia sono oltre 56.000, contando le singole colonnine e le diverse stazioni aperte sul territorio. In base ai numeri aggiornati al 30 giugno 2024, rilevati da Motus-E alla vigilia dell’esodo per le vacanze estive, le colonnine di ricarica in autostrada in Italia sono 963, in aumento rispetto alle 657 del giugno 2023 e alle 235 del giugno 2022. Di queste l’85% è di tipo veloce in corrente continua e il 62% supera i 150 kW di potenza. Il 41% delle aree di servizio autostradali è dotato già di infrastrutture per la ricarica.

Complessivamente i punti di ricarica a uso pubblico installati nella Penisola sono 56.992, in crescita di 11.782 unità nei 12 mesi e di 6.314 unità dall’inizio dell’anno (+2.828 nell’ultimo trimestre). In due anni il numero dei punti è quasi raddoppiato, da 30.704 a 56.992 unità.

2.Quanto costa un veicolo elettrico? 

Come per le altre auto, i veicoli elettrici nuovi e usati sono disponibili in diverse fasce di prezzo. Il costo medio si aggira dai 36.000 ai 52.000 euro, ma non è l’unica spesa da considerare. Tuttavia, i costi di rifornimento dei veicoli elettrici sono spesso molto inferiori a quello che la maggior parte delle persone spende per gas e benzina. Inoltre, i veicoli elettrici, nel complesso, necessitano di meno manutenzione. Un rapporto del 2023 dell’Environmental Defense Fund e del gruppo di consulenza WSP ha rilevato che i proprietari di veicoli elettrici potrebbero ridurre i costi fino al 29% in 10 anni rispetto ai veicoli equivalenti alimentati a gas. 

3.Quanto è possibile risparmiare con gli incentivi? 

Il Bonus Auto Elettriche 2024 è il nuovo incentivo per l’acquisto di auto elettriche, che prevede un contributo massimo di 13.750 €, a fronte della rottamazione di un veicolo fino a Euro 2. Scopo della misura è permettere l’accesso all’automotive elettrico anche a coloro che non possono permettersi spese elevate.

4.Qual è la differenza tra un veicolo elettrico puro e un ibrido plug-in? 

L’auto ibrida elettrica plug-in è una macchina a metà strada tra un veicolo a zero emissioni e un ibrido leggero, con caratteristiche di entrambe le tipologie di vetture. Queste macchine, infatti, sono dotate di un motore elettrico e di un propulsore a benzina, i quali possono funzionare in modo integrato o indipendente, supportati da una batteria a celle ricaricabile.In genere, i plug-in hanno batterie più potenti rispetto ai normali ibridi. Quando sono completamente carichi, alcuni possono percorrere fino a 80km con la sola batteria. Ciò significa che l’autista medio, che guida meno di 40 km al giorno, può soddisfare la maggior parte o tutte le proprie esigenze di guida quotidiane utilizzando l’elettricità.

Tra i vantaggi dei veicoli elettrici puri, invece, va evidenziato il fatto che questi ultimi non abbiano, ad esempio, mai bisogno di cambiare l’olio.

Articoli correlati